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Paola Ferrari: “Ho sofferto di depressione in gravidanza, ora penso all’utero in affitto”

Paola Ferrari ha il desiderio di dare un terzo figlio al marito Marco De Benedetti. Le prime due gravidanze, però, sono state decisamente difficili. Così, la giornalista sta pensando di ricorrere all’utero in affitto. Ha fatto congelare i suoi ovuli diversi anni fa.
A cura di D.S.
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Paola Ferrari ha rilasciato una lunga intervista a Vanity Fair, nella quale ha parlato della gravidanza e di come spesso si tenda ad idealizzare questa fase della vita di una donna.

"Trovo che in questo Paese ci sia un’esagerata mistica della maternità, che per di più si pretende valga per tutte: non è vero che la gravidanza è il periodo più bello per ogni donna, non è vero che durante quei nove mesi tutte instauriamo un rapporto simbiotico con il bambino. Rispetto quelle che hanno avuto la fortuna di viverla così, sono felice per loro, ma non siamo tutte uguali. Io, per esempio, ho avuto gravidanze molto difficili. Sono stata malissimo fisicamente, ho anche attraversato una depressione. Non vedevo l’ora che finissero, il che non significa che non ami i miei figli o che li ami di meno. E come me, ce ne sono tante altre. Il problema è che abbiamo paura di ammetterlo perché noi donne siamo ancora prigioniere dei pregiudizi. Ci si aspetta che soffriamo e partoriamo senza un lamento né un limite al dolore".

Dopo aver lottato contro un carcinoma, Paola Ferrari vorrebbe realizzare il desiderio di avere un terzo figlio. Nella sua vita ci sono già Alessandro e Virginia. Dopo due gravidanze difficili, i medici le hanno sconsigliato di replicare l'esperienza. Così, è venuta a conoscenza della possibilità rappresentata dalla maternità surrogata: "Pochi anni fa, alcune amiche americane hanno iniziato a parlarmi di maternità surrogata. Ho chiesto informazioni in Italia e ho raccolto solo pareri molto negativi. Ma visto che sono cocciuta e faccio la giornalista, ho deciso di andare a vedere di persona. Ho preso una settimana di ferie e sono volata a Los Angeles".

"La maternità surrogata non è uno sfruttamento"

L'approccio di Paola Ferrari a questa realtà si è rivelato molto positivo:

"In quello che ho visto io non c’è neppure l’ombra dello sfruttamento. Sono donne normali, di ceto medio e mediamente colte, madri di famiglia, quasi tutte con due figli, che mettono a disposizione di altre donne la loro facilità di procreare, ma solo quella: il materiale genetico non può essere il loro. Vivono la gravidanza con naturalezza, condividendola con la propria famiglia, che partecipa. Vengono pagate, ma il denaro non è l’unica motivazione: si sentono utili e hanno il piacere di fare un dono così importante. Lo scopo è nobile, non c’entra nulla con la prostituzione: quella sì che è sfruttamento, eppure chi va con le prostitute non finisce in galera. Comunque, l’incontro con la surrogata è il passaggio più delicato di tutto il percorso. E infatti lì per ora mi sono fermata. Ma non è detto che non decida di andare avanti, in un futuro prossimo".

Per il momento, dunque, la giornalista e il marito Marco De Benedetti ci stanno ancora pensando. La Ferrari ha fatto congelare gli ovuli diversi anni fa, ma per lei non è essenziale che un eventuale terzo figlio abbia i suoi geni.

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