Paola Perego: “Quando provai a rompermi il braccio da sola, pensavo di avere toccato il fondo”
Paola Perego racconta in un passaggio del suo libro i momenti più difficili sperimentati durante la lunga lotta contro l’ansia e gli attacchi di panico. “Dietro le quinte delle mie paure” racconta il percorso della conduttrice verso l’accettazione delle sue debolezze, un percorso tortuoso che l’ha portata più volte a scontrarsi contro un nemico terribile, per alcuni addirittura invalidante: l’ansia.
La lotta di Paola Perego contro l’ansia
“Il momento in cui pensai di avere toccato il fondo – ma ahimè non lo avevo nemmeno lontanamente raggiunto – fu quando provai in tutti i modi a rompermi il braccio sbattendolo contro il muro” ricorda la conduttrice in un passaggio del suo libro condiviso su Instagram: “L’ansia non è un dolore reale e io non ce la facevo più a stare male per qualcosa che non si può vedere, così continuai a battere il braccio sinistro contro il muro del salone, con tutta la forza che avevo, nella speranza di sentire qualcosa di vero che non fosse il panico”. Non riuscì a rompersi il braccio. Paola dovette rendersi conto di potere molto poco, in quel modo, contro l’ansia e gli attacchi di panico che l'affliggevano:
In quell’occasione scoprii che non è così semplice rompersi qualcosa da soli (riuscii solo a farmi venire una contusione) e scoprii anche che il Mostro era un osso molto più duro di quello del mio braccio. La domanda che mi sono fatta in questi anni è: perché a me? Perché devo essere proprio io la vittima sacrificale dell’ansia?
Il libro di Paola Perego
È stata la stessa Paola a raccontare sul suo profilo Instagram di avere voluto mettere nero su bianco quella parte della sua vita in un percorso verso l’autoconsapevolezza, pensato anche allo scopo di aiutare quanti come lei hanno sperimentato quella condizione: “È un racconto sincero di tutti gli alti e bassi, di tutte le sconfitte e le vittorie che ho affrontato nella mia lunga, estenuante battaglia contro gli attacchi di panico. ‘Il mostro' come lo chiamo io, mi ha perseguitata per più di 25 anni, mi ha spaventata, angosciata, mi ha fatto vergognare di essere me stessa. Oggi però il Mostro non c’è più, e sono felice di potervi finalmente,senza più filtri ne paure, raccontare chi sono ma soprattutto chi sono stata”.