Paolo Ruffini: “Adoro il dolore a letto, mi piace essere schiaffeggiato”
Qualcuno provi a fermare Paolo Ruffini! Non pago di aver dato della “topa” a una diva come Sophia Loren (che gli rispose parecchio stizzita), il simpatico conduttore livornese si confessa senza censura alcuna in un’intervista rilasciata a Dagospia. È lì che racconta con dovizia di particolari – troppi, forse – le sue preferenze sessuali e tanto altro:
Ho una bella “fava” lì sotto. Non è lunghissima. Direi un 19 cm. Sa che mi depilo? Perché è meglio “piantare un albero nel deserto che in una foresta”. Nel senso che quando ce l’hai glabro le dimensioni si amplificano. Mi piace lo “spanking”, il culo rosso. Mi piace schiaffeggiare le chiappe. Mi piace, ma più moderatamente, anche quando me le schiaffeggiano. Direi che in questa pratica sono più attivo. Ma non mi piace scopare con idiozia. Il piacere, anche quello che ha origine da un atto apparentemente cruento, deve sempre essere gestito con intelligenza. Piacere sì, dolore sì, ma mai violenza. Ovviamente. La mia posizione sessuale preferita è quella che si chiama la “rusty-trombone”. Le spiego bene: io mi metto a quattro zampe e la mia donna mi regala piacere sul retro e sul davanti simultaneamente. Il Paradiso. Il posto più strano in cui l’ho fatto? Con mia moglie, il mio grande amore. Davanti alla polizia. Per strada. Non credo ci vedessero ma avrebbero potuto farlo in qualsiasi momento. Un’esperienza erotica meravigliosa. Dove il confine della regola era tutt’uno con il confine del piacere più sfrenato.
“Sophia Loren è una topa lirica”
Non siete ancora abbastanza imbarazzati? Provate a leggere le dichiarazioni che Ruffini rende pochi minuti dopo e che fanno riferimento all’ultima tra le sue gaffe più clamorose, quella che ha avuto per protagonista la Loren:
Certo che ci ho fatto un pensierino. Ma lo avrei fatto oltre che per il piacere di farlo con un mito anche per il piacere di raccontarlo ai posteri. La Loren è una “topa lirica”, un’icona. Una “topa storica”. Per me la topa ha il sapore di liquirizia. Anzi mi ricorda l’odore e il sapore del mio “caciucco alla livornese”. E’ un piatto speziato. Proprio come il gusto di una bella patonza. Tanti odori, sapori e nessuno che prevarica l’altro.
Sopra le righe? Decisamente e, soprattutto, perfettamente consapevole di esserlo.