Paris Jackson non si è ripresa e non sarà al processo per la morte di Michael
Il processo attualmente in corso per stabilire le responsabilità della morte di Michael Jackson, nel quale i familiari dell’artista si scontrano contro la AEG live, entra nel vivo. Il colosso della musica, che si occupava della promozione delle tappe inglesi del tour che il Re del Pop avrebbe dovuto iniziare poche settimane dopo la sua morte, qualche giorno fa tramite le parole del suo CEO aveva dichiarato che Michael si fosse ucciso da solo. Oggi si rende noto che la giovane figlia Paris, che ha tentato il suicidio recentemente, non potrà testimoniare a causa delle sue precarie condizioni di salute. Gli avvocati hanno mostrato le deposizioni della 15 enne, registrate dallo scorso ottobre 2012 a marzo 2013, come prove a favore della famiglia Jackson contro la AEG.
Paris non potrà testimoniare in aula perché ancora ricoverata in ospedale dopo il suo tentativo di suicidio. Insieme a suo fratello Prince, la 15 enne, che secondo alcuni si sarebbe suicidata perché non era figlia di Michael Jackson, era una delle testimoni chiave del processo che intende dimostrare quanto le pressioni della AEG nei confronti del Re del Pop abbiano influito sull'overdose di anestetici che hanno condotto alla morte Michael Jackson, due settimane prima del suo debutto ufficiale all'Arena o2 di Londra. Marvin S. Putnam, avvocato difensore per la AEG Live, ha dichiarato:
C'è una persona reale in ballo, una 15 enne a cui è accaduto qualcosa di tragico e nessuno sa ancora il perché del suo gesto. Penso che sia nell'interesse di tutti, e in particolare nel suo, che si riposi e abbia un po' di privacy in questo momento invece di far esplodere una miccia. E' un momento tragico per lei e ha solo 15 anni. Qualcuno le dovrebbe concedere una pausa.
Il riferimento velenoso da parte degli avvocati della AEG verso nonna Katherine Jackson è inequivocabile. Secondo il sito internet TMZ, che pare aver letto dei documenti legali del processo, gli eredi del Re del Pop chiederanno la somma astronomica di 10 miliardi di dollari come risarcimento dei guadagni futuri che Michael avrebbe ottenuto se non fosse morto tragicamente, oltre ad una somma di 50 milioni di dollari per le spese sostenute.