Parla l’amica di Michelle Hunziker: “I nostri 5 anni da incubo nella setta di Clelia”
Intervistata dal settimanale Oggi, la migliore amica di Michelle Hunziker racconta gli anni vissuti nella setta di Clelia che per anni ha tenuto prigioniera la celebre conduttrice. Simona Crisci conosce Michelle da anni, ed è stata citata nel libro all’interno del quale la celebre showgirl ha raccontato per la prima volta il suo calvario. Oggi accetta di tornare a quei ricordi e fornisce una versione che combacia perfettamente con quella resa dalla Hunziker, gettando un’altra luce su quegli anni terribili vissuti alla mercé di una sedicente maga.
I cinque anni più bui della sua vita
Simona racconta che fu Michelle a spingerla a entrare in quella che anni dopo si sarebbe rivelata essere una prigione: “Lo ha fatto per il mio bene, perché all’inizio Clelia non era la persona pericolosa che si è rivelata in seguito… Eravamo entrambe giovani e senza rendercene conto abbiamo messo le nostre vite nelle sue mani. Così è iniziato un incubo durato quasi 5 anni”. Un incubo dal quale sono uscite a fatica, abbattendo pian piano quei muri che loro stesse avevano contribuito a ergersi intorno.
L’Isolamento cui era sottoposta Michelle
Clelia voleva soldi? La Crisci non nasconde nulla: “Lei voleva tutto. Ecco perché poi quando ne esci non hai più nulla”. Fu Simona la prima a rendersi conto di quello che stava accadendo e uscirne. Il suo ex marito, lo racconta la Hunziker nel suo libro, aveva minacciato di toglierle i suoi figli. Simona conferma quella versione: “La prima a uscirne sono stata io. Me ne sono andata dopo tre anni, per amore dei miei figli… Solo che Michelle non era con me e mi era impossibile avvicinarla. Clelia l’aveva isolata definitivamente da tutto e tutti, le aveva cambiato il numero di telefono, ogni contatto veniva filtrato dalla setta”.
Salvata dall’amica e dalla madre Ineke
Quell’isolamento durò per anni, con Michelle allontanata dai suoi affetti più cari a costretta a fare i conti con sé stessa e con quelle credenze che la vita nella setta le aveva instillato dentro. Per l’amica divenne quasi impossibile contattarla. Riuscì a parlarci in un’occasione, ma quella conversazione non ebbe l’esito che aveva sperato: “Era controllata a vista, sempre, ma una volta ce l’ho fatta. Una mattina presto, alle sei, l’ho chiamata al numero di casa e sono riuscita a parlarle. Le ho spiegato che fuori dalla setta c’era una vita che l’aspettava, una vita vera e che l’avrei aiutata. Ma le pressioni su di lei erano fortissime e quella mia telefonata non servì a nulla. Per quattro anni non l’ho più rivista e sentita… Fino al giorno in cui anche lei ha scelto di vivere. Anche grazie al mio aiuto e a quello delle persone che le volevano veramente bene, come sua mamma Ineke ed Enzo Biagi”.