Patrizia D’Addario: dopo Silvio Berlusconi solo minacce e aggressioni
A un anno di distanza dallo scandalo delle escort a Palazzo Grazioli che si sono intrattenute con il Presidente Silvio Berlusconi, la protagonisti assoluta della scorsa estate torna a parlare.
Patrizia D'Addario si sfoga sulle pagine del settimanale Vanity Fair e racconta la sua vita difficile dopo gli episodi che l'hanno coinvolta:
“In questo anno non ho avuto rapporti con uomini. Sto per i fatti miei. Non rispondo al telefono se non a un cellulare di cui solo mia figlia ha il numero. Non ho più fiducia in nessuno. Ho due ernie al disco e sono imbottita di cortisone, sono ingrassata di dieci chili”.
É una Patrizia sofferente, una donna ferita che rimpiange soprattutto di non aver potuto vivere accanto a sua figlia, che per proteggerla l'ha portata in Svizzera a studiare:
“Da quest'anno scolastico, dopo che è successo tutto, mia figlia studia in Svizzera. Dovevo proteggerla, tenerla lontana. È stata una scelta difficile, ma ho dovuto farlo. Qui non poteva vivere. Troppa curiosità. E quel che è peggio, le minacce. C'erano voci al telefono che mi dicevano: te la violenteremo”.
365 giorni di minacce, incidenti e banche una tentata violenza: “Mia madre è stata colpita a un occhio. Io sono stata mandata fuori strada in auto. Mi hanno rubato l'intero guardaroba, i vestiti di scena di una vita. Mi hanno aggredita in casa mia. Un carabiniere in borghese mi ha assalito e ha tentato di violentarmi mente i suoi colleghi facevano la guardia fuori”.
E spiega, con disprezzo, che lei ha pagato un prezzo troppo alto per la sua verità: ”Non sono assolutamente una prostituta. Io non sono andata là per i soldi, tant'è che la prima sera non sono rimasta. Non ho preso la busta da diecimila euro per le quali le altre erano lì. Quello era prostituirsi. E non ho venduto il mio silenzio. Chi l'ha fatto ora vive a Roma, riverita. Io non torno nemmeno più a casa”.
Ilaria Aurino