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Per Simona Ventura evasione fiscale da 500 mila euro, l’Agenzia delle Entrate: “Ha smesso di pagare”

Simona Ventura, accusata di evasione fiscale per un debito di 500 mila euro accumulato tra il 2012 e il 2015, avrebbe “smesso di pagare” le rate concordate da maggio 2019 secondo quanto si legge all’interno di una relazione dell’Agenzia delle Entrate. “Non è stata in grado di andare avanti con il pagamento” ha spiegato un commercialista consulente della difesa.
A cura di Stefania Rocco
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Un debito da 500 mila euro accumulato tra il 2012 e il 2015. Tanto è stata chiamata a versare Simona Ventura, popolare conduttrice televisiva accusata di evasione fiscale. Secondo quanto si legge in una nota depositata dal pubblico ministero Silvia Bonardi nel processo a carico della presentatrice, la Ventura avrebbe “smesso di pagare” dal maggio 2019, perdendo quindi il “beneficio della rateizzazione”. Un commercialista convocato dagli avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa, legali della Ventura, è stato chiamato a testimoniare per la difesa e ha dichiarato che la conduttrice “non è stata in grado di andare avanti” con i pagamenti.

L’inchiesta della Guardia di Finanza

Secondo un’inchiesta della Guardia di Finanza, la Ventura avrebbe fatto confluire parte dei suoi guadagni nella Ventidue srl, società alla quale sarebbero stati addebitati parte dei suoi costi, compresi parrucchiere, fiori e gastronomia. Tali entrate e uscite, secondo la Finanza e il pm Bonardi, sarebbero dovute rientrare nella dichiarazione dei redditi della Ventura come persona fisica. La dichiarazione infedele riguarderebbe soprattutto una serie di contratti firmati perlopiù con emittenti televisive per lo sfruttamento dei diritti d’immagine.

Accettato l’accertamento con adesione

Sulla Ventidue srl sarebbero state scaricate spese di vario tipo, compresi 420 euro per una extension realizzata con capelli veri, oppure gli acquisti relativi a una festa di compleanno e ancora bouquet di fiori, t-shirt e acquisti gastronomici. Secondo quanto riferito dall’avvocato Alessandro Simeone, la Ventura non sarebbe stata a conoscenza degli aspetti fiscali della vicenda. In aula, il pubblico ministero ha fatto presente che la conduttrice aveva dato il suo consenso a un “accertamento con adesione”, cui era seguito un piano di rateizzazione attraverso il quale la Ventura avrebbe risarcito il debito. I pagamenti previsti, però, si sarebbero interrotti il 31 maggio scorso. Il processo si aggiornerà il 18 marzo prossimo con la testimonianza della segretaria personale della conduttrice. La sentenza dovrebbe essere emessa il 13 maggio.

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