È una deriva particolare quella dei reality degli ultimi anni. Si preferisce far vincere i concorrenti più anonimi, innocui e silenziosi, scambiando la noia per serietà, e valorizzando quello che, di fatto, non c'è. È indubbio che i percorsi di due naufraghi come Marina La Rosa e Marco Maddaloni non possano essere minimamente messi a confronto: l'ex gatta morta, oggi viva più che mai ed evoluta a tigre zen, è stata sempre in prima linea, più volte leader, mai priva di iniziativa nelle difficoltà isolane e dotata di scorza sicula molto dura, che più volte l'ha resa spalla di naufraghi deboli e pronti a tornare in Italia.
Lontana dall'ignoranza dei primi 2000, quando al Grande Fratello ha fatto a gara in quanto a cultura generale, quella dell'Isola dei Famosi è stata una nuova Marina La Rosa: cresciuta, più consapevole, mamma e moglie dedita alla famiglia, impermeabile alle facili provocazioni da reality e del tutto avulsa dal contesto ‘urli e grida' in Palapa. Il conflitto con Soleil Sorge le ha solo consentito di emergere di più, se possibile, avendole, scaltramente, lasciato il campo delle sfide fisiche, per poi minare la sua credibilità su un altro campo, quello umano, nel quale sapeva di essere più forte. Ed è stato nei momenti peggiori, tra una tempesta e una sessione di mosquitoes, che Marina La Rosa ha dato possibilità alla Sorge, rimanendo in silenzio ad osservarla, di rovinarsi da sola, consapevole che ci sarebbe riuscita naturalmente, senza il suo aiuto. E così è stato.
Una stratega? Più che altro, una donna intelligente, che non ha avuto timore di mostrarsi cinica, maliziosa e spesso pungente, a costo di risultare ‘la strega' che suo marito ha smentito lei fosse anche nella vita. E Maddaloni? Se dovessi ricordare qualcosa in particolare, mi verrebbe in mente solo la morte di sua nonna e le condoglianze in diretta liquidate in due minuti, a parte la caccia alle lumache e il trasporto di legna. Un tenace, da buon sportivo, ma non un vincitore. Ecco perché nel momento della proclamazione, dopo aver visto gli ultimi stenti di una Marina La Rosa ormai consumata dalla fame, dalla stanchezza e dalla ricrescita, è sembrato un pesce d'Aprile sentire il nome di Maddaloni, che l'ha fissata parimenti incredulo. Ed è tutto dire.