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Pietro Turano di Skam Italia: “Mi hanno chiesto un selfie, poi mi hanno gridato fr*cio”

Pietro Turano è Filippo in Skam Italia. Giovane attore, 24 anni, ma anche attivista per la difesa dei diritti della comunità LGBT e vicepresidente Arcigay Roma. Su Instagram ha pubblicato un duro sfogo, raccontando ai suoi follower di essere stato vittima di un episodio omofobo, mentre passeggiava ad Albano con il suo fidanzato. Un gruppo di ragazze si è avvicinata con la scusa di un selfie, poi lo ha insultato. “Non mi accadeva da tempo e devo dire che mi ha fatto soffrire”.
A cura di Giulia Turco
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Pietro Turano è Filippo di Skam Italia, ma anche vicepresidente Arcigay Roma e consigliere nazionale Arcigay. Attore e attivista per i diritti della comunità LGBT, il 24enne si è trovato vittima di uno spiacevole episodio di omofobia. È successo ad Albano, pochi giorni fa, durante quella che doveva essere una piacevole passeggiata al parco in compagnia del suo fidanzato. Come racconta lui stesso in uno sfogo su Instagram, un gruppetto di ragazze si è avvicinato chiedendogli di scattare una foto insieme. Fin qui tutto bene, se non fosse che poi, poco dopo essersi allontanato, l'attore ha sentito le stesse ragazze urlare ripetutamente: "Fr*cio!! A fr*cio!!".

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Pietro Turano si è sfogato con i suoi follower

Se in un primo momento aveva lasciato correre, Pietro si è in realtà molto risentito per l'episodio e ha deciso di sfogarsi con i suoi followers registrando alcune Stories:

Ovviamente io mi sono girato, ho risposto e ho semplicemente detto: "Sì, sono fr*cio, embè?! Quindi?! Loro si sono giustificate dicendo che non parlavano con me, che non ha senso, ma a me ha turbato molto. Non mi capitava da tempo e mi rendo conto di quanto possa dare fastidio, poi mi sono chiesto, perché? Perché, perché fai questo, soprattutto se mi hai appena fermato per chiedermi una foto? […] Mi ha fatto molto rodere il c*lo questa cosa. La prossima volta ci rifletterò di più prima di fare una foto con una persona che non conosco.

L'attore sa di essere un personaggio esposto all'opinione pubblica, soprattutto dopo il successo della serie Netflix Skam Italia, che lo ha visto tra i protagonisti e di cui lo scorso 15 maggio è uscita la quarta stagione. Eppure si dice molto dispiaciuto, "mi hanno rovinato completamente la giornata", ammette, e dopo quattro giorni decide di liberarsi di questo peso. Ciò che più lo fa soffrire è pensare che possano esserci ragazzi e ragazze gay, che non si sentano liberi di esprimersi, che siano limitate dal contesto e compromesse dall'interiorizzazione degli atti di omofobia:

Ho pensato a tutte gli amici gay e le amiche lesbiche che queste ragazze possono avere, che magari vorrebbero aprirsi e parlare con loro e magari non lo fanno perché si rendono conto del contesto in cui vivono. Questo mi ha fatto soffrire molto, così ho voluto esorcizzare questo magone condividendolo.

Pietro Turano è attore e attivista LGBT

Nato a Roma nel 1997 da una famiglia di artisti, Pietro Turano si è sempre definito una sorta di "ragazzino nerd", chiuso e insicuro. L'omosessualità è diventata ben presto una consapevolezza, ai tempi delle medie. "Cercavo tante cose fuori dalla mia bolla usando internet. Sentivo che c’era qualcosa che non stavo capendo, un tormento che non capivo", racconta in un'intervista a Vanity Fair. Pietro ha scelto di seguire la sua vena artistica e di lanciarsi in una carriera da attore che lo ha portato prima ad alcuni ruoli in cortometraggi e documentari, poi alla serie di successo Skam Italia. Il grande pubblico lo conosce così, come Filippo Sava, fratello di Eleonora, ma si può dire che la sua vita reale abbia parecchi punti di incontro con il suo personaggio. Nella serie, Filippo è un ragazzo gay con molte consapevolezze, fiero di portare avanti una battaglia giornaliera per salvaguardare i suoi diritti contro la belva dell'omofobia. Molto significativo il suo monologo nella scena in cui si confronta con Martino, che fatica ad accettare la sua omosessualità:

Ti voglio dire un paio di cose su queste persone che ti fanno tanto schifo. Tu adesso guardi i miei capelli, guardi il mio tatuaggio – ma non ti rendi conto che io domani vado a prendere l’autobus e potrei essere massacrato di botte dal primo fascista di merda.  Tu pensi che questa roba siano scelte frivole. Le camicie, il tatuaggio colorato, il Pride– non c’è niente di frivolo nel rischiare anche la vita ogni volta che si esce di casa. E ti dirò di più: queste persone che a te fanno schifo preferiscono morire piuttosto che fingere di essere quello che non sono. Tu ce l’hai questo coraggio, Martino? Secondo me, no. Non ancora. E allora dovresti stare attento a non giudicare le persone che vanno al Gay Pride, le persone che lottano per i tuoi diritti, anche se non te ne rendi conto.

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