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Randi Ingerman: “Soffro di epilessia, per non operarmi al cervello prendo cannabinoidi”

L’attrice e personaggio televisivo racconta il suo dramma in una lunga intervista a Vanity Fair: 140 crisi epilettiche, la media di una al mese. Oggi sta meglio e si cura con gocce di olio di canapa che contengono cannabinoidi. Diversi i lutti, dal padre al fratello, fino alla nipotina, allattata da una madre tossicodipendente.
A cura di Andrea Parrella
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La bellezza disarmante, dirompente e altri aggettivi appartenenti alla stessa famiglia, ha accompagnato gli italiani per molti anni. Randi Ingerman, attrice, modella e personaggio televisivo americano ha vissuto il suo momento d'oro a cavallo tra anni '90 e 2000, imponendosi come una delle donne più attraenti del mondo dello spettacolo. Dopo quei fasti degli spot, un calendario indimenticabile, il cinema e la tv, sono però arrivati anni di silenzio, durante i quali qualcuno si sarà certamente chiesto che fine avesse fatto. E non sono stati anni bellissimi, come la Ingerman, oggi quasi 50 anni, ha raccontato in una bella intervista a Vanity Fair. Una malattia grave, la morte del fratello e della sua nipotina, il dolore e la depressione. Queste le ragioni che hanno costretto Randi Ingerman ad un radicale cambiamento delle abitudini di vita, oltre che ad anni passati su una "montagna russa" emotiva, dalla quale solo recentemente ha trovato il modo di scendere.

I problemi di epilessia

Il racconto della Ingerman comincia dai problemi di salute, per anni di entità ignota, che l'hanno portata a crisi epilettiche, perdite di conoscenza, tremori e un'esasperazione di quel carattere lunatico che ammette le appartenesse già, con la conseguenza di sbalzi d'umore e instabilità. Dalla prima crisi epilettica avuta nel 2006, durante la partecipazione a La Fattoria, ne ha avute circa 140, media di una al mese:

Continuavano a darmi medicinali, mi consigliavano di andare da uno psichiatra, ma la situazione non faceva che peggiorare […] Dopo otto anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro. "Dobbiamo operarti e toglierti un pezzo di cervello", mi ha detto. Per ora, visti i rischi ed effetti collaterali dell'operazione, ho detto di no.

Randi Ingerman si cura assumendo cbd

La cura, o quantomeno una strada che le garantisca la stabilità necessaria per una vita normale, Randi Ingerman l'ha trovata in un olio di canapa del tutto legale contenente CBD. Si tratta di uno tra i principali cannabinoidi contenuti generalmente nella marijuana. A differenza del più invasivo THC, tuttavia, il CBD non è psicoattivo, vale a dire che non influisce sulla funzionalità cerebrale e non agisce a livello di sistema nervoso centrale.

"Ne metto un po' sotto la lingua, tre volte al giorno. Da quando lo prendo non ho avuto crisi", racconta la Ingerman, che si augura le cose continuino ad andare così. Questo male l'ha condotto, inevitabilmente, ad approfondire il tema dell'epilessia e battersi per informare gli italiani su questo problema, spesso ritenuto marginale o motivo di discrminazione:

Voglio aiutare le persone che stanno male, che si sentono abbandonate  […] Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa.

La Ingerman racconta quei periodi di instabilità, in cui alternava momenti di euforia a rabbia, poi depressione, anche nel giro di un'ora: "Quando prtendevo i medicinali che mi alteravano l'umore venivo raccolta dall'ambulanza un giorno sì e l'altro no. Mi ritrovavo incazzata e lunatica in un letto d'ospedale. Un giorno ho minacciato la mia segretaria di buttarmi dal balcone. E in alcuni momenti non volevo esserci più". Ma al suicidio amette di non aver pensato mai seriamente.

I lutti, il non poter diventare madre

Spesso capita che le disgrazie non arrivino mai sole. Nel caso di Randi Ingerman sembra essere accaduto proprio questo. Il male che l'ha attanagliata in questi anni è stato accompagnato, e forse peggiorato, da altri dolori che non avevano a che fare con l'epilessia, ma che certamente hanno contribuito a quel senso di solitudine e all'instabilità di fondo che ne caratterizzava le giornate.

Dalla morte del padre a quella del fratello per un'overdose da psicofarmaci, fino a quella della nipotina, allattata da una madre tossicodipendente, fino all'impossibilità di diventare madre:

Dopo tre aborti spontanei ho accettato il mio destino, capendo che Dio vuole qualcos'altro per me. Non un figlio, ma la possibilità di aiutare molti bambini.

La calma ritrovata. Cosa fa oggi Randi Ingerman?

L'attrice parla solo oggi di quanto è accaduto, quando sembra aver superato i periodi più complessi. Dalle sue parole sembra emergere la consapevolezza che questo tipo di problema non la abbandonerà mai definitivamente, ma Randi Ingerman ha imparato ad accettarsi: "Ogni giorno mi alzo e cerco una piccola gioia". Ma cosa fa oggi per vivere Randi Ingerman?

Lavoro tanto. Ho una linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrivo, suono il flauto, cucino. Sto ricominciando ad uscire di più e sono tornata in palestra, dove ho ritrovato vecchi amici. A volte prendo il taxi o la metro, ma mai da sola.

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