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Raoul Bova: “Oltre a dirti che sei bello, fa piacere quando apprezzano i tuoi ruoli”

In un’intervista rilasciata al programma radiofonico “I Lunatici”, Raoul Bova ha fatto una lunga chiacchierata parlando di sé, della sua crescita personale e professionale, quando il lavoro di attore era solo secondario e lontano dalla possibilità di diventare qualcosa di concreto. E in merito alla diversità dei ruoli affrontati in questi anni, ammette che “la bellezza era la cosa più preponderante rispetto alla bravura”, ma è soddisfacente quando il pubblico riconosce il talento di un artista.
A cura di Ilaria Costabile
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In un'intervista rilasciata alla trasmissione di Rai Radio2, I Lunatici, Raoul Bova ha raccontato un po' di sé della sua vita privata, parlando del tempo trascorso sui set, delle nottate insonni che sono diventate proficue per poter riflettere, indagare sé stesso e dar vita a quello che poi è diventato un libro che ripercorre passo passo i momenti più significativi della sua crescita professionale e personale.

La sua fatica letteraria

Una chiacchierata piuttosto interessante, quindi, durante la quale il noto attore si è aperto rivelando anche le sue abitudini più private, come ad esempio il fatto di fare spesso "le ore piccole". Non riuscendo a dormire si ritrova a fare mille cose: "A volte penso, a volte scrivo, a volte mangio e svuoto il frigorifero, una cosa bellissima, perché la notte poi ti genera il mangiare vorace, l’istinto. In linea di massima cerco poi di tornare a dormire una volta mangiato e proseguire fino alle sei, le sette del mattino". Ma è stato proprio questo peregrinare notturno nei meandri della casa a consentirgli di mettere in piedi il suo "Le regole dell'acqua, il nuoto e la vita", la sua fatica letteraria dove ha parlato della sua grande passione per lo sport, prima ancora che per la recitazione.

Il cinema era un secondo lavoro

L'attore, infatti, ha dichiarato di aver sentito molto forte questo istinto di comunicare, di condividere pensieri e riflessioni maturate in questi anni. Proprio andando a ritroso nel tempo, ricorda i suoi inizi, quando la sua carriera non aveva ancora preso la piega attuale e quando tutto sembrava in salita. I momenti più difficili, dove alle aspirazioni personali si univa anche l'apprensione dei genitori, che temevano il mondo dello spettacolo:

Inizialmente era una cosa futile, non concreta, ai miei tempi era importante il pezzo di carta, il posto fisso, il diploma, l’università, andare in giro con un titolo di studio ti dava importanza. Invece l’attore era l’emblema dell’instabilità, ci sono carriere che iniziano e finiscono con un film solo. Mia mamma mi chiese di continuare a studiare. Facevo l’attore come hobby. Facevo il mio Isef e il cinema come secondo lavoro.

Il rapporto con la bellezza

Tema quanto mai attuale, dal momento che anche Laura Chiatti ha recentemente rilasciato delle dichiarazioni in merito, è la percezione del proprio aspetto fisico. Che Raoul Bova sia considerato da sempre uno degli attori più belli dello spettacolo italiano non è una novità, ma questa bellezza alle volte può essere un ostacolo contro il quale combattere, quando viene considerata come unico valore oltre alla bravura, come afferma lui stesso ai microfoni di Radio2:

Se mi dà fastidio che molti dicano che sono bello? All’inizio può darti fastidio, perché magari è preponderante più quella cosa lì. Mi capita con alcuni amici colleghi, cantanti, che sono bravi a cantare dappertutto e li fanno cantare ovunque. La bellezza era la cosa più preponderante rispetto a quella che poteva essere la bravura. Comunque non dà fastidio, ma fa piacere quando apprezzano anche la diversità dei ruoli che affronti nel corso degli anni.

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