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Raoul Bova querela l’ex suocera Annamaria Bernardini de Pace per diffamazione

L’attore porta in tribunale l’ex suocera per la lettera pubblica dall’avvocato matrimonialista rivolta al genero. L’accusa è di diffamazione, ma la Bernardini de Pace si difende confermando quanto sostenuto in passato, ovvero che la lettera non fosse rivolta a lui, bensì ad un genero immaginario.
A cura di Andrea Parrella
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Il deposito della querela indirizzata ad Annamaria Bernardini de Pace da parte dell'avvocato di Raoul Bova, ex genero del noto legale, riapre il dualismo accesissimo tra l'attore e la famiglia della sua ex moglie. Come noto, risale a più di un anno fa la burrascosa vicenda della separazione tra bova e la figlia della Bernardini de Pace. Una battaglia combattuta a mezzo stampa, con l'avvocato matrimonialista che scrisse una lettera indirizzata al genero sul quotidiano "Il Giornale", nella quale attribuiva al genero in questione molte colpe per il fallimento del suo matrimonio, con un incipiti di questo tipo:

Caro genero, mi sai indicare il momento in cui da genero devoto sei diventato degenero? Forse quando hai giurato sulla tua bambina che non avevi tradito mia figlia, o quando, molto tempo prima, in segreto, l'avevi già tradita? O giorno per giorno, progressivamente, quando hai cominciato a snocciolare bugie, a trascurare la famiglia, a lamentarti di ogni cosa, a fingere una crisi esistenziale? O ancora prima, quando hai deciso di sposarti senza conoscerne le responsabilità? La verità soprattutto, per piacere

Per quella lettera (i cui passaggi principali si possono leggere qui) l'attore ha deciso di portare in tribunale Annamaria Bernardini de Pace, accusandola di diffamazione. Stando a quanto riporta l'Ansa "la vicenda è approdata oggi davanti al gup di Monza, che ha deciso però di trasmettere per competenza territoriale gli atti a Catania. Il pm di Monza Walter Mapelli, infatti, nei mesi scorsi, dopo il deposito della querela da parte del legale di Bova, l'avvocato Dario Buzzelli, ha chiesto il rinvio a giudizio per Bernardini de Pace, madre di Chiara Giordano, ex moglie dell'attore. La matrimonialista, assistita dal legale Davide Steccanella, deve rispondere di diffamazione perché avrebbe offeso la reputazione del proprio genero con alcune frasi contenute nella lettera pubblicata l'11 agosto del 2014".  Le frasi in questione sarebbero le accuse a Bova di essere "Uomo interessato e manipolatore, ambivalente e inmalafede […] non hai fegato né cuore […] la tua forza sessuale dura il tempo di uno spot". Non si tratta, d'altronde, della prima causa intentata da Bova nei confronti della famiglia dell'ex moglie. Fu proprio la Bernardini de Pace a sottolineare, nell'aprile scorso, come non ci fosse nessuna guerra in atto, visto che era sempre stato Bova a fare causa a lei e a sua figlia.

A sua volta la difesa dell'avvocato matrimonialista più noto d'Italia punta sul fatto che nella lettera non è mai stata fatta menzione specifica del nome dell'attore, ma un semplice riferimento ad un genero immaginario, di fantasia, come sostenuto anche in un'intervista a breve distanza temporale dalla pubblicazione della lettera. A finire oindagato, fa sapere ancora l'Ansa, è anche il direttore del quotidiano, Alessandro Sallusti, per omesso controllo sull'articolo pubblicato. La decisione del gup di Monza di trasferire a Catania, per competenza territoriale, gli atti, è determinata dal fatto che la prima copia del quotidiano, il giorno della pubblicazione della lettera in questione, uscì dalla tipografia della città sicula.

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