Risarcimento da Emilio Fede? La smentita di Diana De Feo
Quando ormai il marito Emilio Fede è stato rinviato a giudizio insieme a Nicole Minetti e Lele Mora, la moglie Diana De Feo ha deciso di raccontare il suo punto di vista sulla vicenda che vede suo marito, direttore del Tg 4, coinvolto nello scandalo legato allo scabroso “caso Ruby”. La donna, Senatrice della Repubblica Italiana, ha raccontato per la prima volta il suo pensiero in merito a quanto accaduto, un pensiero che sarebbe stato abilmente distorto.
Il marito, accusato dalla stampa di averla trascinata suo malgrado in una vicenda totalmente estranea al suo modo di vivere, non ha mai voluto parlare del rapporto con sua moglie e, sebbene gli sia stato più volte chiesto di raccontare qualcosa in proposito, ha sempre preferito mantenere sue moglie lontana dalla luce dei riflettori. Un atteggiamento che sarebbe stato apprezzato da sua moglie che, nei limiti del possibile, ha deciso di fare altrettanto.
La vicenda del risarcimento da Emilio Fede
Diana De Feo, in un’intervista al mensile A, avrebbe reso pubblica l’intenzione di chiedere un risarcimento danni a suo marito. E’ da ieri, infatti, che le maggiori agenzie di stampa riportano come veritiero lo sfogo secondo cui, stanca del coinvolgimento di Fede nel processo Ruby, la donna avrebbe deciso di vendicarsi a modo suo di suo marito. La donna, all’interno dell’intervista rilasciata al prestigioso mensile, avrebbe dichiarato:
Separazione? No, meglio chiedere i danni per lesione d’immagine. Quando ho cominciato a leggere quelle cose sui giornali mi sono molto arrabbiata. Ho pensato di andare dall'avvocato e chiedere la separazione. Poi ci ho ripensato e ho deciso di non chiedere la separazione ma, piuttosto, i danni per lesione d’immagine. Sono un senatore della Repubblica, la mia immagine è legata al nome della storia dell'arte, della cultura, non voglio vederla appannata.
La smentita di Diana De Feo
In una seconda nota, diffusa poche ore fa, la senatrice del Pdl ha rivelato di essere particolarmente adirata per il modo in cui le sue parole sono state riportate. Convinta che ai suoi danni fosse stata perpetrata una vera e propria mistificazione, si è detta avvilita che il suo sfogo sia stato distorto allo scopo di raccontare una verità diversa da quella da lei espressa. E’ per questo motivo che, piccata per quanto accaduto, ha smentito quanto riportato dalle agenzie di stampa, scrivendo:
Quanto pubblicato oggi da alcune agenzie di stampa è frutto di una semplificazione e mistificazione che condanno senza alcuna riserva. Le mie delusioni e le mie riflessioni, affidate alla rivista, riguardano non la vicenda Ruby bensì alcuni momenti della vita privata di mio marito, Emilio Fede, risalenti ad alcuni anni fa. Nella mia intervista ad ‘A' ho fatto riferimento alle vicende legate a Ruby e alle inchieste condotte dalla Procura di Milano precisando, attraverso le parole del Gup, che non emerge alcun elemento che faccia ritenere che al concorso di bellezza si fosse consumato il reato di induzione alla prostituzione. Dal semplice incontro e dall'interessamento di Fede per la ragazza non può dedursi che l'imputato abbia persuaso, convinto, spinto, aiutato, favorito la minore ad avere rapporti sessuali con Berlusconi in cambio di denaro o altre utilità. Perciò sono indignata e mi vergogno di appartenere alla categoria dei giornalisti, alcuni dei quali per ragioni evidentemente politiche distorcono scientemente i fatti e la verità. Per questo diffido le agenzie di stampa e i giornali a riportare tali fuorvianti ricostruzioni, riservandomi nel caso azioni legali a difesa della mia reputazione.