Rita Pavone rivela: “Meglio quando eravamo poveri, la mia famiglia disgregata per soldi”
Il passo fino al "si stava meglio quando si stava peggio" è breve, brevissimo, e a promuovere il motto in una forma leggermente diversa è Rita Pavone, la nota artista italiana esecutrice di successi memorabili della storia della musica che l'hanno resa uno dei volti più riconsocibili del nostro panorama musicale. E in un'intervista la Pavone ha rimpianto gli anni d'oro del nostro paese, quelli nei quali il benessere non era quello medio di cui possiamo godere oggi, un'era che molti definirebbero di decadenza. "Era meglio quando eravamo poveri: la mia famiglia si è disgregata per i soldi" ha dichiarato la cantante in un'intervista rilasciata al programma I Radioattivi di Club 91, condotto da Ettore Petraroli. E poi Rita Pavone ha ripercorso parte della sua carriera, dagli inizi ad oggi, passando per i momenti di silenzio degli ultimi anni, tra problemi di salute ed una lontananza dalle radio, non sempre per scelta sua. Lei che tempo fa venne tirata in mezzo ad una polemica per un cachet d'oro richiesto per una partecipazione televisiva, polemica dalla quale si tirò fuori immediatamente, smentendo tutto.
Mi sono allontanata dalle scene perché c'è gente che non ti lascia crescere. Le radio non hanno trasmesso la nuova Pavone ma prima o poi.
Rita Pavone riserva anche qualche frecciatina di contestazione riferita alle radio e alle case discofgrafiche, per un certo boicottaggio ai suoi lavori più recenti: "E' inutile avere un capolavoro in un cassetto se non te lo fanno aprire. Solo Enrico Ruggeri mi ha invogliato a scrivere e mi ha detto che sono brava". E la Pavone ammette anche di non aver preso bene inizialmente la cosa: "Se nessuno passa i toui pezzi nessuno può conoscerli. E' stato un momento difficile me ne sono fatta una ragione, non ci ho pianto ma con il tempo queste perle verranno alla luce e potranno essere determinanti per capire anche cosa ho fatto in questi anni di silenzi. C'è gente che non ti lascia crescere".
Rita Pavone ammette anche qualche pentimento per alcune scelte fatte in passato che non hanno giovato alla sua crescita artistica, su tutte quella di non andare in America, dove c'è un approccio completamente diverso, una tradizione di musical molto più profonda e adatta alle sue caratteristiche, oltre che un'umiltà maggiore da parte di chi si esibisce. Poi un ricordo, legato ad una delle voci più grandi della storia della musica: "Ebbi la gioia di ascoltare la Fitzgerald una mattina durante alcune prove mentre martirizzava un fazzoletto bianco tra le mani e dopo la diretta alla sera Ella è venuta bussare alla mia porta e mi ha chiesto l'autografo per il figlio 15enne".