“Robin Williams era affetto da ansia e paranoia nel periodo pre suicidio”
Le ultime settimane di vita di Robin Williams potrebbero essere state le più difficili che il divo del cinema americano abbia mai affrontato lungo tutto l’arco della sua esistenza. Secondo quanto riporta il sito Tmz, Robin stava combattendo contro ansia, depressione, paranoia e contro il Parkinson nei giorni immediatamente precedenti alla sua morte. Secondo un documento ufficiale ottenuto dallo stesso sito, nel corso della notte che ha preceduto la sua morte, l’attore si sarebbe improvvisamente preoccupato della sicurezza dei suoi orologi da polso. Probabilmente spaventato all’idea di perderli o dalla possibilità che gli fossero rubati, li avrebbe privati delle custodie e inseriti tutti insieme all’interno di un calzino, affidato poi a qualcuno che avrebbe dovuto custodirli al suo posto. Un atteggiamento che fornisce una fotografia abbastanza precisa dello stato d’animo dell’attore, ritrovato con una cintura intorno al collo l’11 agosto scorso.
“Al momento della morte, Robin era sobrio”
I risultati dell’autopsia praticata dal Coroner hanno accertato che il divo sarebbe stato sobrio al momento della morte. Nella sua camera sarebbe stata ritrovata una bottiglia mai aperta di Seroquel, un farmaco utilizzato per il trattamento di patologie quali la schizofrenia, i disturbi bipolari e la depressione. Il medicinale in questione gli era stato prescritto una settimana prima di morire. Susan Schneider, moglie dell’attore, ha dichiarato che la notte che ha preceduto il suicidio, Robin le era sembrato essere in buone condizioni di salute. I due dormivano in camere separate; Williams aveva l’abitudine di muoversi e parlare durante il sonno, cosa che avrebbe disturbato il riposo della donna. L’ultima volta che lo ha visto, però, le era sembrato essere piuttosto “eccitato”. La donna è la stessa che, qualche giorno dopo la morte, ha confessato che Robin aveva scoperto di essere nelle prime fasi del morbo di Parkinson. Sul suo IPad, consultato poche ore prima della morte, gli inquirenti hanno ritrovato una serie di schede web aperte su pagine dedicate all’argomento e alle eventuali cure atte a limitare i danni prodotti dal morbo.