Romina Power: “Ho avuto una vita piena e semplice. E pensare che volevo farmi suora”
Romina Power, intervistata dal Corriere della Sera, parla a ruota libera di musica, gossip, del rapporto con Al Bano e della sua infanzia. Una donna che è diventata estremamente popolare ma che all'età di nove anni era decisa a farsi suora.
È difficile convivere con la popolarità, specie per una donna che a nove anni sognava di farsi suora. Frequentavo l’istituto Marymount, prima in Messico insieme alla nonna, poi in Italia, quando mi trasferii con mia madre (l’attrice Linda Christian, ndr). Fu una sorta di raptus mistico per il cristianesimo. Nelle suore vedevo una tranquillità, una pace che sin da allora non ho mai smesso di cercare. Oggi la inseguo con la meditazione e vivendo parte dell’anno nel deserto degli Stati Uniti, vicino a Los Angeles.
Poi però girò il suo primo film già giovanissima, quando aveva solo 13 anni. Fu tutto merito di un agente che lavorava con De Laurentiis:
Un agente della casa di produzione De Laurentiis mi notò mentre ballavo in un locale vicino a Roma. Franco Indovina fu il mio primo regista, Ugo Tognazzi il primo partner sul set. Ménage all’italiana segnò la mia vita: io volevo tornare in collegio, andare in Inghilterra, ma la scuola si rifiutò di ammettermi dopo la fine delle riprese, sarebbe stato troppo tardi. Furono inflessibili. Presi allora a fare un film dopo l’altro, sentivo che il mio destino era segnato.
"Ho detto no a Sergio Leone"
Ho detto no a Sergio Leone in "C'era una volta in America, nella parte di E nemmeno, in fondo, mi sono pentita di aver detto di no, anni dopo, a Sergio Leone che mi voleva in C’era una volta in America, nella parte di Deborah da adulta. Ma dovevo spogliarmi: ero sposata, avevo due figli piccoli. Rifiutai. Peccato che poi quella scena sia stata tagliata. Ma sono felice di non essere andata a Hollywood. Non avrei retto molto.
"Karma Express", il suo romanzo, racconta la vita ‘libera' degli anni Settanta, quella dei viaggi in Oriente e della sperimentazione delle droghe. In quel periodo, però, Romina era tutto fuorché hippie. Faceva la madre di famiglia:
In Puglia ho trovato una famiglia vera. Anche oggi sono felice lì: con mia figlia condivido una casa tra Brindisi e Lecce e mi impegno per l’ambiente. Due giorni fa ho anche scritto una lettera a Emiliano per dire no al depuratore di Urmo, sulla costa manduriana. Uno scempio a ridosso di una zona naturale protetta. Con il governatore avevo parlato mesi fa, mi aveva detto che ci avrebbe pensato su. Poi sono iniziati i lavori, contro la volontà popolare. Ma io vado avanti. […] Pensi che negli anni Settanta Al Bano, vessato dalle tasse, voleva che ci trasferissimo tutti a Montecarlo. Ma io dissi di no, fermamente. In fondo (ride, ndr) sono più italiana di lui.
"La semplicità del ragazzo di campagna"
In Al Bano, Romina Power ha sempre trovato e amato la semplicità del ragazzo di campagna. Quello che voleva dopo essere cresciuta in un giro fatto di gente che conta, da Maria Callas ad Onassis, da Paul McCartney a Stash Klossowksi, figlio di Balthus:
Ero nel giro romano di Anita Pallenberg. Andammo a casa di Paul, che allora stava con Jane Asher e facemmo una seduta spiritica. Non successe nulla, ma in compenso lui accese uno spinello e lo passò prima a mia sorella, all’epoca tredicenne, poi a tutto il tavolo. Insomma, prima dei sedici anni avevo fatto di tutto. Ora si capisce meglio perché quando ho incontrato Al Bano Carrisi, avevo solo il desiderio di sposarmi, di calmarmi, di fare figli? Cosa mi piacque di lui? La semplicità del ragazzo di campagna. Cosa ho riscoperto dopo la riappacificazione? La semplicità del ragazzo di campagna.