Signorini e il gelato della Madia: “La gente ha bisogno di farsi un sacco di gelato”
Il settimanale "Chi" colpisce di nuovo nel segno e riapre una questione mai sopita: fin dove si può spingere con il gossip? Dopo il bikini di Maria Elena Boschi, adesso la redazione diretta da Alfonso Signorini ha preso di mira un altro ministro, Marianna Madia. La responsabile per la Pubblica Amministrazione è stata sorpresa mentre in macchina si gusta, con voracità, un cono gelato in compagnia del marito. Il titolo è trash: "Ci sa fare con il gelato", ogni riferimento ed allusione è chiaramente ad un passo e di facile comprensione per tutti. E la polemica impazza sui social.
Alfonso Signorini, ai microfoni di Fanpage.it, ha voluto dire la sua a riguardo. Il giornalista, che era presente all'evento di apertura di Panorama d'Italia tenutosi a Catania, ha dichiarato:
"Oggi sono su tutti i siti per il mio servizio a Marianna Madia che mangia il gelato…la macchina del fango. Da tutto questo io ho imparato che la gente ha bisogno di farsi un sacco di gelato. Piantiamola di dire queste cazz***. Si è andati avanti a parlare per anni del Calippo della Pascale. Allora, parlare del Calippo della Pascale sì, parlare del ministro che mangia il gelato è delitto di lesa maestà."
In replica alle polemiche, era già intervenuto su Twitter, tirando in ballo un altro gelato, il "Calippo".
Il riferimento è a Francesca Pascale, la fidanzatissima dell'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, bersagliata nei giorni in cui la notizia della loro storia divenne ufficiale. I suoi trascorsi a "TeleCafone", trasmissione comica di una tv campana, furono presi di mira da tutta la stampa: la Pascale era la protagonista di una serie di video trash molto ambigui, tra un "Calippo" e un "Levati la mutanda".
Allusioni sessuali che la stampa, gossipara e non, ha fatto anche al tempo di Nicole Minetti, l'ex consigliera regionale lombarda che, durante le "cronache del Bunga Bunga", subiva incessante la pressione della stampa. In una intervista a Rivista Studio, pubblicata proprio nella giornata di ieri, Alfonso Signorini ha risposto così alle domande sul suo lavoro, spesso al confine tra trash e buon gusto.
In parte credo di sì, siamo perseguitati da una comunicazione ansiogena. Lo è anche la realtà corrente, certo, ma siamo tenuti a sopravvivere. Ho sempre pensato che i giornali non debbano venire meno a un dovere: l’evasione. Il divertimento non è un peccato, ma la stampa l’ha capito solo strumentalmente, senza crederci davvero. Da anni Corriere e Repubblica si sono convertiti al pettegolezzo per fare clic, nei famosi colonnini online si leggono cose che non metterei nemmeno io su Chi.