Star e Aids: le celebrità che hanno fatto i conti con l’Hiv (FOTO)
La recente notizia di Charlie Sheen sieropositivo è stato uno choc che ha sconvolto letteralmente il mondo di Hollywood. "Ho scoperto di essere positivo al virus quattro anni fa", ha annunciato in diretta televisiva l'attore di "Wall Street", "Platoon" e "Due uomini e mezzo", rivelando per la prima volta la drammatica verità sulle sue condizioni di salute che già da diverso tempo destavano sospetti. È bene precisare che Sheen non ha contratto l'Aids, ma è semplicemente risultato positivo al virus dell'Hiv. A far discutere in queste ore è piuttosto la possibilità di un contagio tra le diverse partner avute dall'attore nel corso della sua vita sentimentale piuttosto turbolenta. Per la prima volta dopo anni, però, quella terribile parola sta tornando a risuonare nel mondo dello spettacolo, portando alla memoria delle tante celebrità che di Aids si sono ammalate o sono morte.
Da Rock Hudson a John Holmes
Tutto iniziò con Rock Hudson, con tutta probabilità la prima morte celebre a causa della malattia. Sex symbol del cinema di Hollywood, attore macho e amatissimo dalle donne in film come "Il gigante" e "Come le foglie al vento", Hudson contrasse il virus quando ancora se ne sapeva ben poco, dopo una vita passata a nascondere con attenzione la sua omosessualità. Magrissimo e irriconoscibile, morì nel 1985 a 60 anni, aprendo la strada a numerose vittime illustri di quella che sarebbe stata definita la piaga del nuovo millennio.
Lo seguirono negli anni successivi il pianista e showman Liberace (recentemente interpretato da Michael Douglas nel biopic "Dietro i candelabri" di Steven Soderbergh), morto nel 1986, il famoso pornodivo John Holmes, deceduto nel 1988 dopo aver contratto il male da un altro attore (Holmes praticava la bisessualità da anni) e l'artista Keith Haring, spentosi nel 1990 a soli 31 anni.
La morte di Freddie Mercury
Il 1991 fu segnato dal lutto forse più celebre: quella del grande cantante e frontman dei Queen Freddie Mercury. La malattia gli causò una grave broncopolmonite che lo portò alla morte; solo 24 ore prima aveva dichiarato per la prima volta pubblicamente di essere malato.
Il 1992 fu l'annus horribilis dell'Aids, che segnò la fine di tante celebrità dello show business e non solo, come l'attore di Psyco Anthony Perkins (sposato ma da sempre bisessuale: la vedova Berry Berenson morì su uno degli aerei schiantatosi sulle Torri Gemelle l'11 settembre 2001), l'interprete inglese Denholm Elliott (era Marcus in "Indiana Jones") e lo scrittore di fantascienza Isaac Asimov. L'anno dopo, seguirono il regista di "Dirty Dancing" Emile Ardolino e l'immenso ballerino russo Rudolf Nureyev.
In quegli anni si diffuse il falso pregiudizio secondo cui l'Aids fosse una malattia tipica della comunità omosessuale. Incubo terribile per due decenni, il virus ha avuto tra le sue vittime anche il giocatore di basket Magic Johnson e il tuffatore Greg Louganis, entrambi risultati solo sieropositivi e ancora in vita.
Oggi che, grazie alle cure e alla prevenzione, è molto più facile sopravvivere, si tende a parlare molto meno della malattia, nonostante colpisca ancora con incredibile virulenza le più povere comunità dell'Africa. C'è da sperare che la triste situazione di Charlie Sheen riporti l'attenzione sull'argomento, senza far distinzione tra le vittime celebri e quelle lontane dalla ribalta.