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Tinto Brass aveva perso la memoria dopo l’ischemia: “Non ricordava nemmeno i suoi film”

Cinque anni dopo l’incidente Tinto Brass ha ancora difficoltà motorie ma è riuscito a ristabilirsi grazie a sua moglie Caterina Varzi, che ha raccontato l’atroce sofferenza di vederlo smarrito di fronte alla sua stessa produzione cinematografica.
A cura di G.D.
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Uno straordinario racconto di Raffaele Panizza per "Wired", pubblicato anche da "Il Foglio" lunedì e rilanciato da "Dagospia", restituisce un Tinto Brass che avevamo un po' perso di vista da quando, il 16 aprile del 2010, si risveglia in un letto di ospedale di Bassano del Grappa dopo un'ischemia. Da quel momento comincia una nuova vita per il regista italiano, maestro dell'erotico. Caterina Varzi, sua compagna e musa, diventerà la sua guida, toccherà a lei guidarlo in una lenta riabilitazione per un recupero progressivo, e ancora in corso, della sua memoria.

Non capiva cosa dicevano alla tv, non camminava, non poteva leggere né scrivere. Bofonchiava suoni incomprensibili ma riusciva a dire “Quanto sei bella” se vedeva il mio volto e a cantare Il disertore, dall’inizio alla fine, in francese.

Lui di quel giorno ricorda l'istante e il momento in cui perse conoscenza.

Ricordo il mio volto riflesso nello specchio e l’espressione bella, in pace, illuminata. Non stavo male. Avevo solo voglia di stendermi con la testa tra le mani. E l’ho fatto, lì dov’ero, sul pavimento del bagno.

Caterina Varzi poi spiega i primi momenti della riabilitazione, guarda in faccia la questione e fare quello che c'era da fare.

Oltre alla pena, c’era il dolore per averlo perduto, intellettualmente intendo. Quello che ho fatto dopo è stato dettato solo dall’egoismo: rivolevo il mio Tinto.

E allora Caterina comincia a tirare fuori le vecchie foto, gli articoli di giornale, le riviste, le videocassette, gli oggetti più cari ed ha cercato di ristabilire il suo vissuto. Eppure è uno che ha avuto nei suoi film icone incredibili del cinema, ha lanciato Stefania Sandrelli, Claudia Koll, Debora Caprioglio, diresse Giancarlo Giannini in "Snack Bar Budapest". Tutte storie e volti che non gli ricordavano nulla.

Riguardavamo assieme i film ed era strano osservarlo mentre “vedeva” le immagini ma non riusciva a entrare nella storia. Era tutto nuovo, per lui.

I ricordi di Tinto Brassi si riattivano lentamente, Caterina Varzi è la sua dottoressa per la vita e, racconta Panizza nel pezzo, gli restituisce buonumore per un progressivo seppur lento recupero. La voglia di tornare a girare sembra ci sia sempre, almeno l'ultimo film una volta che riuscirà ad essere pienamente recuperato.

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