“Valeria Marini querela presunta colf, accusata di violenza privata e molestie alla star”
Valeria Marini sarebbe alle prese con una querela nei confronti di una presunta ex colf, secondo quanto racconta il giornalista Davide Manlio Ruffolo su Leggo. Le accuse sarebbero piuttosto pesanti: violenza privata e molestie ai danni della showgirl. A finire sotto processo, una donna di 67 anni, di origine filippina, che sosterrebbe di aver lavorato per la Marini.
Secondo quanto riportato sulla querela sporta dalla star 48enne, la donna "asseriva di aver lavorato come mia collaboratrice domestica dal 1 novembre del 2006 al 20 febbraio del 2007″. Tale presunto rapporto lavorativo, tuttavia, non avrebbe soddisfatto la 67enne, in quanto caratterizzato da una "retribuzione inferiore a quella spettatole". Inoltre, la donna asserirebbe di aver lavorato senza un contratto regolare.
La Marini: "Ho subito insulti e aggressioni verbali"
A quel punto, la presunta domestica avrebbe iniziato a "molestare" la Marini tempestandola di telefonate, durante le quali, prosegue la querela, la showgirl sarebbe stata minacciata di "non meglio identificate denunce nel caso in cui non avessi provveduto ai pagamenti" (secondo la Marini, non sarebbe stata pattuita alcuna somma in proposito).
L'accusata si sarebbe quindi recata in diverse occasioni sotto l'abitazione della star (a Roma, in piazza di Spagna), citofonando e "urlando insulti, davanti al portone, e dichiarando ad altissima voce di aver lavorato addirittura per otto anni da me e di aver diritto al pagamento di 5mila euro".
Poi, l'episodio più grave, a quanto racconta la Marini: in data 15 dicembre del 2011, l'imputata l'avrebbe "aggredita verbalmente, davanti a numerosi passanti, al punto che sono dovuta rientrare in casa temendo per la mia incolumità". Da quel giorno, non ci sarebbero stati ulteriori incontri tra le due donne.
A marzo il processo
L'inizio del processo, secondo quanto riporta Leggo, è previsto per il prossimo 9 marzo, quando sia la Marini che l'accusata saranno chiamate a comparire in aula davanti al pubblico ministero Mario Pesci.