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Vittorio Sgarbi: “Un giornalista mi ha aggredito”, il presunto aggressore nega

Vittorio Sgarbi sostiene di essere stato aggredito e ferito da un giornalista mentre si trovava a Napoli. Il motivo dello scontro risiederebbe in un’intervista negata. Il presunto aggressore, Bruno Aymone, ha detto la sua: “È stato Sgarbi a dare un ceffone a me e ad apostrofarmi ‘Giornalista di m…'”.
A cura di D.S.
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È stato l'ufficio stampa di Vittorio Sgarbi a comunicare la notizia. Il noto critico sostiene di essere stato aggredito e ferito all'orecchio mentre si trovava a Napoli. L'autore dell'aggressione sarebbe stato un giornalista che vedendosi rifiutare un'intervista, avrebbe reagito con violenza. A quanto sostenuto, il giornalista in questione sarebbe anche un critico d'arte.

La vicenda avrebbe avuto luogo nei pressi di Cappella Sansevero, un gioiello artistico situato nel cuore della città. Secondo quanto dichiarato da Sgarbi, sul posto sarebbero arrivate le pattuglie dell'Ufficio prevenzione generale della Questura di Napoli. L'aggressore si sarebbe, quindi, allontanato.

In queste ore, però, è stata diffusa anche la versione dell'uomo che lo avrebbe aggredito. Si tratta di Bruno Aymone, giornalista e critico d'arte. Intervistato dal Corriere del Mezzogiorno ha spiegato come – a suo dire – sarebbero andati i fatti:

"Eravamo seduti a 15 centimetri di distanza. La mia prima domanda è stata: professore, è un privilegio per Napoli averla qui a Cappella Sansevero, della quale stasera sarà cantore, succedendo a Philippe Daverio. Che taglio darà alla sua lezione magistrale? Non ho fatto in tempo a concludere ed è partito un ceffone che mi ha colpito poco sotto l’occhio. La citazione di Daverio, il critico d’arte francese l'ha interpretata come un oltraggio, ha creduto che intendessi dire che Daverio gli è superiore. Un equivoco, perché facevo riferimento ad una mera successione temporale. Mi ha apostrofato: Giornalista di m…, io non sono secondo a nessuno".

Aymone, infine, ha precisato di non aver mai messo le mani addosso a Vittorio Sgarbi, ma di essersi limitato a dirgli:

"Ma che fa? È impazzito?"

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