Wanna Marchi e Stefania Nobile imprenditrici in Albania: “In Italia non ci facevano lavorare”
Wanna Marchi e Stefania Nobile hanno rilasciato un'intervista al settimanale ‘Chi'. Un passato nelle televendite poi i guai con la giustizia. Dopo il carcere, l'apparizione fugace nella trasmissione ‘Live – Non è la D'Urso'. Oggi le ritroviamo in Albania. Sulle pagine del settimanale diretto da Alfonso Signorini hanno raccontato la loro nuova vita.
In Italia nessuno gli avrebbe offerto lavoro
Ma come è nata l'idea di rifarsi una vita in Albania? Stefania Nobile ha spiegato che tutto ha avuto inizio dopo un viaggio. Si è recata in Albania la scorsa estate per fare visita ad alcuni amici: "Mi sono innamorata subito del posto. Molti dimenticano che noi da anni facciamo ristorazione, ma in Italia per ‘le Marchi' lavorare era diventato difficile. Siamo ‘marchiate'. Così, d'istinto, ho detto a mia madre di venire che avremmo ricominciato qui”. Così, per Wanna Marchi e Stefania Nobile è iniziato un nuovo capitolo.
Le difficoltà economiche
Wanna Marchi ha preso la parola per raccontare le difficoltà economiche che hanno caratterizzato la loro vita negli ultimi tempi. Secondo quanto racconta, cominciavano a scarseggiare anche i soldi per fare la spesa. Non hanno visto altra soluzione se non quella di andarsene: “Le abbiamo provate tutte per non lasciare il nostro Paese, ma nessuno offre lavoro alle ‘Marchi'. Una sera eravamo senza benzina sulla via Emilia e senza soldi, un'altra volta non riuscivamo a fare la spesa. Da qualche parte dovevamo ricominciare ed eccoci qui”.
In Albania gestiscono tre locali
Ora raccontano di gestire tre locali in Albania. Le due donne ammirano quel Paese che le ha ospitate e che starebbe dando loro un aiuto concreto per poter ricominciare: “È rischioso. Ma noi siamo brave imprenditrici e lo stato albanese, se capisce che tu lavori per il bene dell'Albania e non vuoi solo far affari e sparire, ti aiuta. Sa, non è facile sentirsi sporchi nonostante un debito strapagato con la giustizia a caro prezzo: forse questa era l'unica soluzione”.