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Corona scarcerato e tutti gli italiani diventati esperti di diritto penale

Corona è libero, o quasi. Nel frattempo noi, sospinti da Celentano e Travaglio, ma soprattutto dalla D’Urso, negli ultimi mesi siamo divenuti esperti in legge: la Cassazione ha sostituito il fuorigioco e non abbiamo risolto nulla rispetto al fatto che spesso parliamo senza sapere ciò che diciamo e perché lo stiamo dicendo.
A cura di Andrea Parrella
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Libero Corona, evviva Corona. Il noto personaggio, che ha spostato la percezione comune del concetto di fotografo da quello sudato che si fa il mazzo ai matrimoni nelle cocenti domeniche di giugno, al figo palestrato sugli yacht d'estate, è finalmente libero.  O quasi. Come qualcuno avrà letto nelle ultime ore, dopo più di un anno e mezzo passato nel carcere di massima sicurezza di Opera, Fabrizio Corona è stato scarcerato per motivi di salute, e quasi certamente dovrebbe essere affidato alla comunità Exodus, di don Antonio Mazzi, che da tempo si spende nel perorare la causa dell'indulgenza in favore di Corona.

In questi ultimi mesi in tanti hanno sposato la causa della scarcerazione dell'ex fotografo dei vip. Illustri personalità del mondo del giornalismo e della musica, come Marco Travaglio oppure Adriano Celentano, con più o meno competenze sul tema della giustizia, hanno detto la loro sul caso, opponendosi ad una sentenza definita sproporzionata rispetto all'entità del reato, una condanna sbilanciata, col sospetto di un personaggio sì colpevole, ma fatto assurgere a simbolo di un malcostume italico e per questo trattato in modo iniquo, peggio di quanto meritasse.

Ma oltre a Travaglio e Celentano, a trattare insistentemente dell'argomento si sono aggiunte le sale dei bar, il fruttivendolo, il supermercato e il negozio di sigarette elettroniche. Insomma, i luoghi di interscambio quotidiano sono diventati il teatro di accese discussioni di stampo forense, dove la Cassazione sostituiva il fuorigioco, la grazia rimpiazzava il rigore sbagliato e le supposizioni sulle responsabilità di Corona prendevano il posto di quelle sulle sorti di Samba al Grande Fratello. Una deriva, quella del dover dire la propria su tutto, che non va raccontata, essendo divenuta una liturgia a cadenza settimanale nella quale, la sola cosa che cambia è l'oggetto di discussione. Piccolo excursus decontestualizzato: ce lo ricordiamo che dieci anni fa circa abbiamo cominciato a parlare tutti di cazzare la randa, poppa e prua, bolina e nodi, grazie all'improvviso emergere di Luna Rossa? Oppure ci siamo dimenticati che abbiamo parlato per mesi dei due Marò in India e della loro vicenda, mentre c'era chi, incolpevole, credeva che Marò fosse il cognome dei due militari e non l'identificazione di un reparto speciale della Marina?

Alla fine è giusto, non se lo meritava – lui sta dentro per 13 anni e i criminali veri li lasciano fuori – vabeh ma alla fine si sta pentendo, ha chiesto scusa, che ci vuole a dargli la grazia?. Corona è uscito, Corona è libero e siamo tutti più contenti all'idea che una persona possa scontare la propria pena rendendosi utile alla comunità, piuttosto che rinchiuso in cella. Resta il fatto che la sua permanenza in galera non è giusta né sbagliata, e se è anche solo lontanamente attendibile l'idea che sia stata eccessiva a causa della visibilità del personaggio, il discorso si potrebbe tranquillamente traslare portandoci a dire che quella stessa notorietà sia il motivo per cui oggi Corona venga liberato. Ma il tempo speso a pensare ad una battuta a doppio senso su Rocco Siffredi sarebbe certamente più produttivo di quello sprecato ad articolare e dare voce a questo ragionamento.

Ho provato a fare un esperimento, cercando su Google, insieme, Fabrizio Corona e Barbara D'Urso. Cliccando "cerca" vi si aprirà un mondo che vi farà intuire come, nei mesi recenti, dopo la pace sancita da uno scambio epistolare, la principale fonte di notizie relative all'ex fotografo sia stata Barbara D'Urso, rispettabile professionista, ma forse non esattamente la persona più consona a trattare una questione così delicata. Non è un dato irrilevante, anzi dovrebbe farci riflettere del perché Fabrizio Corona, i suoi problemi giudiziari e probabilmente emotivi e le discussioni su una possibile grazia, siano malauguratamente diventati il comune denominatore delle conversazioni da strada. Anziché essere trattati in forma riservata, con la speranza di provare davvero a risolverli. Ecco, anche in questo articolo ce l'abbiamo fatta ad infilarci le parole "Barbara" e "D'Urso".

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