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Tina Cipollari: “Da ragazza ero piena di complessi, oggi vivo bene i miei anni”

Tina Cipollari non è sempre stata la donna sicura di se stessa alla quale siamo abituati oggi. L’opinionista di Uomini e Donne confessa che da giovanissima soffriva di complessi ma che l’età avrebbe contribuito a farglieli risolvere.
A cura di Stefania Rocco
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Accade sempre più di frequente che Tina Cipollari sia interrogata sul suo matrimonio con Chicco Nalli. La relazione con il celebre hair stylist conosciuto proprio a Uomini e Donne non smette di incuriosire il pubblico, soprattutto perché sono stati loro stessi ad ammettere di aver vissuto qualche crisi sempre risolta in privato. Ma Tina, spalla di Maria De Filippi all’interno della trasmissione condotta per il pomeriggio di Canale 5, non ci sta a parlare solo del suo matrimonio, soprattutto non quando tutte le curiosità sul conto della sua storia d’amore sono state esaudite. Intervistata dal settimanale Vero, la Cipollari si concentra su se stessa e racconta di non essere sempre stata la donna sicura del suo fascino cui ci ha abituati negli anni. Da giovanissima, invece, sarebbe stata preda di una serie di complessi:

Mi sarebbe piaciuto restare ai 30, 33 anni perché è stata l’età che ricordo con più affetto. Gli anni che passano, però, non li vivo male: ho sempre pensato che ogni stagione della vita abbia un proprio fascino. Però non vorrei mai tornare indietro a quando avevo vent’anni. Ero una ragazza piena di complessi e insicurezze.

Ma con quale coraggio parli ancora?

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La Cipollari rivela, inoltre, di essere sempre stata brava nel giudicare la personalità di chi le sta intorno, dote che le è tornata molto utile soprattutto quando ha cominciato a lavorare in tv. Il suo ruolo a Uomini e Donne, infatti, consiste proprio nel fornire giudizi e opinioni ed è accaduto molto spesso che Tina s’imbarcasse in delle vere e proprie liti pur di difendere il suo punto di vista:

È una caratteristica che ho sempre avuto, anche lontano dagli studi televisivi. Non sono una veggente, ma sin da piccola, osservando attentamente lo sguardo e i gesti del mio interlocutore, spesso riuscivo a capire chi era leale e chi, invece, non lo era affatto. È difficile che mi sbagli. Non a caso, mio marito Chicco, quando deve incontrare qualcuno, per non farsi condizionare mi dice: “Non dirmi nulla”. È così. Nonostante questo, però, sono sempre molto equa. Se una persona non mi è simpatica ma riconosco che è leale, cerco di esprimere un parere nei suoi confronti comunque positivo. Se invece, oltre a essere antipatico, lo percepisco come una persona sleale, sono cavoli suoi.

E negli anni ha dimostrato che incappare nella sua ira può anche diventare pericoloso.

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