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Victoria, 23enne di Asti, diventa pornostar in Giappone: “No ai call-center per 600 euro al mese”

Si fa chiamare Victoria Yuki la 23enne di Asti che per due anni si è trasferita in Giappone per inseguire il suo sogno di diventare una pornostar. Oggi che è rientrata in Italia racconta la sua esperienza: “La mia è una vocazione, non ci sto a sgobbare in un call-center per 600 euro al mese”.
A cura di Stefania Rocco
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La storia di Victoria Yuki, conosciuta anche come Yukiko, è una di quelle destinate a far discutere. A scoprirla è stato il quotidiano Libero che ha intervistato questa 23enne originaria di Asti trasferitasi in Giappone per due anni per inseguire il suo sogno: quello di diventare una pornostar. Victoria è una donna esile, dai capelli rossi e il sorriso timido. Le foto che pubblica sui social sono spesso allusive, ma mai troppo volgari. Del resto, lei stessa parla del suo lavoro non come di una necessità. La sua sarebbe una vocazione:

La mia è una vocazione. Fin dai tredici anni, ben prima di avere il primo rapporto sessuale, ho capito che avrei fatto questo tipo di professione. Mentre le mie amiche collezionavano figurine dei cartoni animati, io raccoglievo le card delle attrici hard giapponesi e brandelli di biancheria intima da loro usata, che acquistavo online. Ero abbagliata dalla loro raffinatezza.

Non c’è ombra di rimorso sul viso di questa giovane pornostar, solo determinazione e idee chiare: "Io non ci sto a sgobbare tutto il giorno in un call-center per 600 euro al mese. Come si può vivere così?".

La prima volta di Yukiko

Victoria ha cominciato quando aveva appena 18 anni e frequentava ancora il liceo in Italia:

Nutrendo ambizioni nel settore, mi sono iscritta al sito ragazzeinvendita e ho iniziato con le video-chat. Guadagnavo solo un euro al minuto. Tuttavia, è stata un’esperienza che mi ha convinta ancora di più che quella era la mia strada.

Yukiko ricorda ancora la prima volta che ha incontrato un cliente, ne conserva un ricordo dolce scevro di qualsiasi imbarazzo o disgusto: “La prima volta non ha suscitato in me disagio o sensi di colpa. L'ho vissuta come una cosa del tutto naturale”.

Il ritorno a Torino e la rabbia della famiglia

Dopo due anni in Giappone, Victoria è tornata in Italia dove continua a svolgere la professione di escort e pornostar. Il fratello, più giovane di 4 anni, l’ha sbattuta fuori di casa dopo aver scoperto la natura del suo lavoro. La madre, invece, dopo un’iniziale titubanza avrebbe cercato di ricucire lo strappo creatosi nel loro rapporto. Oggi Yukiko vive da sola a Torino e la donna le fa visita quando possibile:

Mi sento più serena da quando mia madre ha accettato il mio lavoro e viene a trovarmi a Torino. Ho avuto solo un fidanzatino quando ero adolescente e penso che un ragazzo per ora potrebbe rappresentare un ostacolo professionale. Ho raggiunto la tranquillità economica, ma mi manca ancora l'equilibrio spirituale. Spero di stare bene con me stessa un domani.

Tariffe altissime, nonostante i limiti posti dall’attrice

Victoria non nasconde quanto guadagni oggi. Si tratta di cifre altissime, ottenute nonostante i limiti che si è autoimposta:

Non accetterei mai meno di 300. Tante miei colleghe si accontentano anche di 50 o 100 euro; io, invece, sono costosa e selettiva. Preferisco i consumatore settantenni, più capaci di cogliere il valore di quell'intimità. Il mio piacere non è mai l'obiettivo dell' incontro. Il mio compito è dare godimento, non godere. L'orgasmo può capitare qualche volta. Rifiuto categoricamente il sesso anale e quello non protetto. Il primo è per me qualcosa contro natura, Dio non ci ha progettati per questo e molte mie colleghe attrici sono state ricucite dopo rapporti di questo tipo; il secondo invece è un rischio al quale io non mi voglio esporre, sebbene qualcuno lo chieda. Nei film è diverso, non usiamo il preservativo perché ci sottoponiamo a numerosi esami clinici, è tutto più sicuro.

Diverse sono le richieste particolari ricevuto nel corso della sua relativamente breve carriera:

Spesso mi contattano uomini che desiderano che io faccia i miei bisogni sulla loro faccia. Lo farei se solo ci riuscissi, purtroppo per l'imbarazzo mi blocco. Una volta ho consegnato una scatola di plastica con dentro la mia pupù ad un cliente che ha pagato tale servizio 150 euro. Qualcuno mi paga anche solo per una cena e quattro chiacchiere.

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