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10 anni dalla morte di Mike Bongiorno: la salma rubata, un fatto di cronaca che sconvolse l’Italia

Nel 2011, dei malintenzionati trafugarono la salma di Mike Bongiorno al fine di compiere una estorsione nei confronti della famiglia dello storico conduttore. I fatti sconvolsero l’opinione pubblica. Dopo ricerche, appelli in tv della moglie Daniela Zuccoli, i malviventi furono assicurati alla giustizia e la salma e la bara ritrovate.
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Anche oggi, come domani, continua la programmazione speciale dedicata a Mike Bongiorno. Molti non ricordano un fatto di cronaca che sconvolse l'opinione pubblica.  Accadde tutto nel 2011. Dei malintenzioni trafugarono la salma di Mike Bongiorno al fine di compiere una estorsione nei confronti della famiglia dello storico conduttore. Nel celebrare i 10 anni dalla scomparsa del grande Mike, ripercorriamo i fatti. Daniela Zuccoli, moglie di Mike Bongiorno, arrivò a offrire una lauta ricompensa per riportare la salma al cimitero di Dagnente, in provincia di Novara. Era il 25 gennaio 2011, per più di un mese gli inquirenti cercarono di risolvere il caso. "Siamo sgomenti", furono le prime parole della famiglia.

L'appello di Daniela Zuccoli

Dopo un mese di assoluto riserbo, la famiglia di Mike Bongiorno lanciò un appello in tv attraverso una intervista di Daniela Zuccoli: "Siamo pronti a ricompensare chiunque ci dia informazioni utili al ritrovamento di mio marito. Non abbiamo avuto alcun contatto con i rapitori. Nè io personalmente voglio averne. Le confesso che se dovesse capitare non so come reagire. Non ho richieste da avanzare a quei banditi. Si facciano vivi con la polizia o con i miei figli". Anche i figli sconvolti: "Papà non meritava questo sfregio". 

L'arresto e il ritrovamento

I primi arresti nel marzo seguente. Due uomini furono fermati, considerati coloro che tentarono di estorcere i soldi alla famiglia. Nel dicembre 2011, bara e salma furono ritrovate a Vuttuone, in provincia di Milano. I due ricattatori furono condannati, uno di questi patteggiò 1 anno e 7 mesi di reclusione, il secondo in Appello condannato a 2 anni e 4 mesi. La famiglia di Mike Bongiorno decise di non riportare la salma del familiare in un cimitero. Si procedette con la cremazione e le ceneri furono disperse nelle valli del Cervino, tanto amate da Bongiorno, in Valle d'Aosta.

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