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Alvaro Morte, il professore de La casa di carta, è sposato con la stilista Blanca Clemente

Si chiama Bianca Clemente la stilista moglie dell’attore Alvaro Morte, il professore de La casa di carta. L’attore spagnolo arrivato in Italia con la soap opera Il segreto vive una vita privata equilibrata, scandita dal grande amore per la sua famiglia, la sua compagna di vita e i loro figli. Una dimensione che custodisce gelosamente, forte delle consapevolezze acquisite quando nel 2011 scoprì di essersi ammalato di cancro a una gamba.
A cura di Stefania Rocco
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Alvaro Morte, il professore de La casa di carta, si prepara a tornare in onda la terza stagione della fortunata serie tv targata Netflix. Arrivato in Italia per la prima volta con la soap opera Il segreto – interpretava il ruolo di Lucas Moliner, il medico di Puente Viejo – Alvaro deve la sua popolarità mondiale a La casa de papel, nome originale della serie. Se nella fiction veste i panni del colto malvivente che progetta il furto del secolo, per poi innamorarsi dell’ispettrice incaricata di seguire il caso Raquel Murillo, nella vita reale “il professore” è un uomo decisamente più equilibrato.

Il matrimonio con Blanca Clemente

Alvaro è sposato con la stilista Blanca Clemente, madre dei suoi due gemelli, Julieta e Leon. Insieme a lei, diversi anni fa, ha fondato una compagnia teatrale, la 300 Pistolas, che ha come obiettivo quello di proporre al pubblico un teatro più coinvolgente e moderno. Blanca è più giovane del marito di circa 3 anni. Come lui, condivide la passione per la recitazione. C’è una differenza tra i due: lei è riservatissima. Sono davvero molto poche le foto che circolano sui social in cui compare insieme al marito.

Una vita a dura prova: ha avuto un tumore alla gamba

Forse non tutti sanno che prima di ottenere il successo che lo avrebbe reso celebre in tutto il mondo con La casa di carta, Alvaro ha affrontato una prova durissima. Nel 2011 gli è stato diagnosticato un tumore alla gamba, un’esperienza in grado di riscrivere completamente la sua vita. “Pensavo che sarei morto, poi che mi sarebbe stata amputata una gamba. Non è successo nulla di tutto questo ma in quei momenti pensavo di dover fare tutto ciò che non avevo ancora fatto, a partire dalle persone che amo”. Quando ha vinto la sua lotta al cancro, Alvaro – che ha scelto un cognome d’arte che giura gli abbia sempre portato fortuna – ha compreso che nulla sarebbe stato in grado di spaventarlo da quel momento in poi: “Oggi posso dire che non c’è davvero più nulla che mi spaventi o che riesca a farmi preoccupare”.

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