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Amadeus: “Il mio successo? Perché sono ansioso, prudente e ipocondriaco”

“Reazione a catena”, il programma che ha fatto compagnia agli spettatori di Rai Uno per tutta l’estate, è stato un grande successo. Il segreto di Amadeus? Lo ha svelato in un’intervista al settimanale Oggi.
A cura di G.D.
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È tornato in tv e lo ha fatto alla grande, lo storico conduttore Amadeus ha festeggiato il superamento dei 50 anni ritornando sulla cresta dell'onda. "Reazione a catena", il programma che ha fatto compagnia agli spettatori di Rai Uno per tutta l'estate, è stato un grande successo ed il 20 settembre si prepara ad un gran finale speciale ed in prima serata. Ma non finisce qui, perché dal prossimo 4 settembre sarà alla guida di "Stasera tutto è possibile", altro show in prima serata su Rai Uno. Il settimanale Oggi gli ha dedicato un servizio dove, oltre a fare il punto sulle trasmissioni tv e sulla sua carriera professionale, si è lasciato andare anche a qualche pettegolezzo intimo.

Sul palco, non temo nulla. Poi, quando parte la sigla di chiusura, torno quello di prima: tranquillo, ansioso, prudente, timoroso. Odio la velocità, evito i pericoli, non sono per nulla avventuroso e sono persino ipocondriaco. Se in treno uno starnutisce cambio posto e mi faccio la doccia con l’amuchina!

Tornando alla sua carriera professionale, Amadeus racconta i primi passi a Radio Deejay, preso da Claudio Cecchetto con l'inganno perché lui gli raccontò di fare il doppiatore e di abitare a Milano.

Per entrare a Radio Deejay mentii spudoratamente. All’epoca vivevo a Verona e lavoravo in una radio locale. A Claudio raccontai di fare il doppiatore e di abitare a Milano. Gli confessai la verità mesi dopo, ma non ero pentito. In Italia il lavoro è poco, e per trovarne uno i giovani devono essere pronti a combattere, anche perché i posti migliori sono già assegnati ai raccomandati.

Per il conduttore ravennate, l'Italia ha un problema molto grande che è quello della meritocrazia, per questo sta cercando di convincere la figlia Alice a lasciare la nazione per trasferirsi all'estero

L’Italia non è un paese meritocratico. Le cose stanno migliorando, ma troppo lentamente. Se la colpa è degli italiani? No, la colpa è delle istituzioni ingessate.

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