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Annamaria è la moglie di Nino D’Angelo, lo conobbe che aveva 12 anni e restò incinta 3 anni dopo

Si chiama Annamaria – come le protagoniste di alcuni suoi film – la donna che da quasi 50 anni condivide con Nino D’Angelo la vita privata. Schiva e da sempre impegnata a prendersi cura della sua famiglia, conobbe l’artista neomelodico quando aveva solo 12 anni. Dopo 3 anni, era già incinta. Da quel momento non si sono più lasciati.
A cura di Stefania Rocco
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È Annamaria – nome femminile che ricalca quello delle protagoniste di alcuni suoi film – la donna che da quasi 50 anni divide la vita con Nino D’Angelo. Sono pochissime le foto che di lei circolano in rete, ancor meno gli eventi pubblici cui ha preso parte insieme al marito. Eppure, dietro il successo di D’Angelo, c’è una costante familiare inamovibile: sua moglie.

Il primo incontro, lei aveva 12 anni

In occasione dei festeggiamenti organizzati per i suoi 60 anni, D’Angelo raccontò a Diva e Donna di avere conosciuto Annamaria in occasione di un matrimonio: lei, appena 12 enne,era tra gli invitati, mente il 17enne Nino era stato ingaggiato perché si esibisse. Quell’amore totalizzante, impossibile da contenere, spinse i due a cercare di approfondire quell’unione bruciando i tempi: a 15 anni, Annamaria rimase incinta dell’uomo che sarebbe diventato il suo compagno di vita. Era il 1979 e i due furono costretti alla tradizionale “fuitina”, organizzata allo scopo di sposarsi. Nello stesso anno nacque Antonio, primogenito della coppia, oggi regista. Nel 1983, invece, nacque Antonio, diventato un giornalista sportivo. Ad Annamaria, Nino deve la sua fortuna. Lui stesso racconta di essersi aggrappato alla moglie in ogni momento buio di vita: “Vive per i figli, per me, per la casa. Donna d’altri tempi. Io porto a casa i soldi e lei li amministra. Non spende mai come farebbe una  ricca. Noi non dimentichiamo il passato”.

Lo ha salvato dalla depressione

Sempre Annamaria ha giocato un ruolo fondamentale quando, rimasto orfano di entrambi i genitori, D’Angelo rischiò di perdere di vista se stesso. Sprofondato nel vortice della depressione, sarebbe riuscito a salvarsi solo grazie all’intervento provvidenziale della moglie: “Non avessi avuto Annamaria, non avrei trovato la forza. Sono stato vicino al suicidio. Ho spinto la macchina sull’autostrada a 220 all’ora. Voglio dire a tutti che la depressione si può curare. E che desiderare è il più grande antidepressivo”.

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