Antonello Zara travolto in moto, i genitori in udienza dal Papa
Era il 7 Agosto del 2008 quando moriva Antonello Zara: la sua vita è stata spezzata da un terribile incidente stradale. Noto al grande pubblico per la sua partecipazione al programma tv "Uomini e Donne", Zara si trovava in vacanza in Sardegna quando, dopo aver trascorso una piacevole serata in discoteca, stava rientrando a casa, a bordo del suo scooter. All'improvviso un ragazzo di 22 anni, un turista di Monza, che stava guidando contromano, probabilmente ad alta velocità, lo ha fatto volare dal suo scooter. Da quel momento è cominciata una lunga battaglia giudiziaria per ottenere giustizia: il padre, Valter Zara, ha più volte espresso indignazione verso la pena a cui è stato condannato il ragazzo che ha ucciso Antonello. Oggi, invece, i suoi genitori sono stati in udienza da Papa Francesco al quale sono stati consegnati un cuscino ed una busta con un manoscritto sulla storia di Antonello Zara. L'invito rivolto al Papa è quello di porre attenzione, e magari di sollecitare chi di competenza, ad emanare una legge sull'omicidio stradale volontario, considerato l'elevato numero di vittime della strada.
I genitori: "Lo Stato deve riconoscere l'omicidio stradale volontario"
Come racconta "Il Giornale", i genitori Patrizia Mantovani e Valter Zara sono rimasti sconvolti da quel terribile giorno, quando un ragazzo ha spezzato la vita di loro figlio. Sono circa 3.500, secondo i dati Istat, le donne e gli uomini uccisi sulle strade, tutte persone che spesso devono ancora trovare giustizia. "Posso dire grazie per la forza che mi dai sempre e soprattutto per avermi dato la calma di non agire per te. L'assassino di Antonello non sarà mai perdonato da noi genitori" ha scritto il padre sul suo profilo Facebook. Valter e Patrizia, in sostanza, chiedono che sia fatta giustizia e soprattutto desidererebbero che il nostro ordinamento potesse accogliere la fattispecie penale del cosiddetto "omicidio stradale volontario". Al momento, mancando una previsione specifica, la giurisprudenza prevede che la morte a seguito di incidente stradale venga punita come omicidio colposo; per anni, poi, si è discusso sul fatto che il reato non sia perseguibile con le norme dell'omicidio volontario poiché difetta gli elementi del dolo o della colpa grave, ovvero che le pene dell'omicidio colposo siano troppo esigue. Una legge di iniziativa popolare, tra l'altro, ha proposto l'istituzione di una specifica fattispecie penale, quella dell'omicidio stradale, ovvero una figura dedicata di reato che comminerebbe pene intermedie fra l'omicidio volontario e quello colposo, e che prevederebbe l'arresto in flagranza di reato e l'interdizione a vita dalla guida di veicoli. Altri disegni di legge, invece, propongono l'introduzione del sequestro patrimoniale per alimentare il fondo di solidarietà delle vittime della strada.