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Caterina Balivo in tribunale per diffamazione, lite con un fotografo

Tafferuglio nel tribunale di Rimini tra la conduttrice di “Detto Fatto” e un reporter che le avrebbe scattato alcune foto dopo l’udienza del processo per diffamazione di cui è imputata. La Balivo è stata querelata dall’associazione Confestetica per alcune frasi pronunciate a Porta a porta. “Non volevo offendere la categoria estetiste, l’affermazione era rivolta alle donne che scelgono la chirurgia”, si è difesa la presentatrice.
A cura di Valeria Morini
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Brutta giornata per Caterina Balivo, chiamata in tribunale per un'accusa di diffamazione e protagonista di una lite con un fotografo. Il tutto sarebbe accaduto ieri, giovedì 9 giugno, secondo quanto riportato da "Il Resto del Carlino". La conduttrice di "Detto Fatto" si trovava nel palazzo di giustizia di Rimini, dove si sta svolgendo il processo che la vede imputata: la Balivo è infatti stata querelata dall'associazione "Confestetica" (che ha sede proprio nella città romagnola) per alcune frasi pronunciate in una puntata di "Porta a porta" sette anni fa.

Alla fine dell'udienza, la presentatrice si sarebbe scontrata duramente con un fotografo intento a scattarle alcune foto, tentando di sottrargli la macchina fotografica e trascinandolo in aula per chiedere al giudice di vedere le immagini. Quest'ultimo avrebbe quindi fatto identificare l'operatore, che avrebbe poi presentato denuncia ai Carabinieri.

Caterina Balivo querelata dall'associazione Confestetica

Al centro del processo, alcune frasi ritenute offensive per la categoria estetisti. Nella puntata del programma di Bruno Vespa del 12 febbraio del 2009, la Balivo, da sempre contro la chirurgia estetica, aveva dichiarato: "Tutte, tutte, quasi tutte le estetiste fanno uso di siringhe per praticare i trattamenti chirurgici estetici…Io, le vedo che le usano…io le vedo!". Un'affermazione che ha scatenato la querela da parte dell'associazione nazionale di categoria.

Ha riferito all'Ansa Roberto Papa, segretario nazionale di Confestetica:

In tutti questi anni non abbiamo fatto altro che aspettare le sue scuse. A noi sarebbe bastato, tanto che non ci siamo costituiti parte civile con richiesta di risarcimento. Ancora le stiamo aspettando.

In tribunale, la conduttrice ha chiarito definitivamente la sua posizione:

Non era mia intenzione offendere un'associazione importante. La frase, inoltre, era rivolta alle donne che ne fanno uso e non a chi pratica i ritocchi estetici. Come donna sono contro la chirurgia estetica, ma non volevo offendere nessuno tantomeno l'associazione Confestetica, perché proprio io utilizzo con quotidianità le estetiste.

L'udienza è stata quindi aggiornata al prossimo 7 ottobre.

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