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Claudia Gerini: “In Italia, bollare un rapporto per la differenza di età vale solo per le donne”

Claudia Gerini parla della sua relazione con Andrea Preti, di 17 anni più giovane di lei, sottolineando come in Italia l’appunto sulla differenza anagrafica in una coppia riguardi ancora del tutto le donne e non gli uomini.
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Claudia Gerini torna a parlare del suo rapporto con Andrea Preti, l'uomo che ha preso il posto di Federico Zampaglione nella sua vita sentimentale. L'attrice si sfoga sulle pagine del Corsera, ponendo l'accento sul modo in cui, da quando vive questa nuova relazione, i media l'abbiano sempre bollata per la differenza di età.

La differenza d'età vale solo per le donne

Tra lei e il suo compagno attuale, infatti, ci sono 17 anni di differenza e sembra che questo aspetto anagrafico sia spesso sottolineato solo alle donne:

In questo Paese, se Luigino ha 30 anni più di Francesca, nessuno dice niente. Se Luigina ha tre anni in più, tutti lo sottolineano. E, al cinema, a un quarantenne non mettono vicino una donna di quarant’anni. È normale? Non credo.

Com'è nata la relazione con Andrea Preti

La relazione con Andrea Preti non è nata facilmente e Claudia Gerini ha raccontato come, soprattutto all'inizio, ha voluto aspettare i tempi giusti per rendersi conto se fosse davvero qualcosa di importante. Da madre di due figli e donna matura, l'attrice non si è lasciata andare semplicemente a una passione fugace e ha desiderato con tutta se stessa che quel feeling si trasformasse in qualcosa di più:

Sono un diesel, in amore ho bisogno di tempo. Alla fine, ho ceduto al corteggiamento all’antica di un ragazzo dalle molte qualità e talenti. Ho cercato di capire se lui poteva dare a me e io a lui. Per il resto, vivo giorno per giorno e faccio ogni scelta pensando che sono madre di due figlie.

I mammo italiani

Claudia Gerini passa poi in rassegna i modelli di riferimento maschili italiani. La sua analisi ha teso a focalizzarsi su come, ad oggi, coloro che si prendono cura dei figli e li accudiscono vengano chiamati ‘mammo', quasi come se questa funzione fosse ancora solo materna. La figura della donna indipendente, ancora indietro sotto alcuni aspetti, a suo parere spaventa e nel suo caso, spesso, l'ha anche penalizzata:

L’italiano medio vuole ancora la moglie che gli serve la cena, gli riscalda il letto e non fa l’amministratrice delegata. Siamo al paradosso che un uomo che accudisce i figli lo chiamano “mammo”, come se fare il padre non dovesse essere la normalità. Ma gli uomini spaventati dalle donne indipendenti da me non vengono. Io ho sempre solo costruito con uomini di talento e sensibilità.

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