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Coronavirus, Paola Perego preoccupata per il figlio dj: “Da 4 giorni non riesce a fare il tampone”

Riccardo Carnevale, figlio di Paola Perego e dj 24enne, è in attesa da 4 giorni di effettuare il tampone per il Coronavirus. Ad allarmarlo è stata la notizia della positività del collega romano Lorenzo Palazzi, con il quale il ragazzo ha lavorato in occasione di due serate in Costa Smerarlda. Paola Perego in un’intervista al Messaggero si dice molto in ansia: “In fila per il tampone lo hanno rispedito a casa, assurdo”: Sul tema è intervenuto anche il marito Lucio Presta, che ha raccontato l’odissea di Riccardo: “Interessa a qualcuno o facciamo come cavolo ci pare?”
A cura di Giulia Turco
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Sono giorni di preoccupazione per Paola Perego, che teme per la salute del figlio Riccardo Carnevale, in attesa di fare il tampone per il Coronavirus. Il ragazzo, dj 24enne, ha lavorato a fianco al collega romano Lorenzo Palazzi risultato positivo. I due dj avrebbero lavorato a stretto contatto sia al County di Porto Rotondo che alla Capannuccia di Ansedonia, all'Argentario, nelle serate del 9 e del 12 agosto. In un'intervista a Il Messaggero, Paola Perego si è detta molto in ansia per il figlio, che sta inseguendo il suo sogno. Dopo gli studi in Produzione musicale a Londra, ora è alle sue prime esperienze lavorative. "Ha rinunciato a Ibiza, è stato in vacanza in montagna proprio per non correre pericoli".

Paola Perego in attesa del tampone del figlio

"Il suo amico appena ha capito di stare male ha chiamato tutti. Riccardo da solo ha applicato il protocollo e si sta battendo per un tampone! Questi ragazzi sono giovani ma responsabili", ammette Paola Perego spezzando una lancia in difesa del figlio Riccardo. Ma la preoccupazione c'è ed è tanta, attorno a quel focolaio scoppiato nelle discoteche della movida della Costa Smeralda. Ad oggi, non è ancora chiaro quali siano le condizioni di salute del ragazzo, che è ancora in attesa di fare il tampone:

Non sappiamo come sta. Nel senso che non ha sintomi, ma nonostante sia stato a contatto con i ragazzi positivi e nonostante abbia chiamato subito il medico di base che gli ha prescritto il tampone, non è riuscito a farlo. Ieri, stanco di aspettare di essere chiamato dall'ospedale, alle 14 si è messo in fila al drive-in. Quando alle 20 è arrivato il suo turno, lo hanno rispedito a casa perché dovevano chiudere. Questo è assurdo.

A quanto racconta la conduttrice, il ragazzo era in auto con la fidanzata di ritorno da Ansedonia, quando ha ricevuto la notizia del possibile contagio. Così ha subito chiamato il medico e insieme si sono messi in autoisolamento. Per Paola Perego per ora niente tampone, visto che non è venuta a contatto con il figlio da allora, ma si è detta in contatto con tante altre madri preoccupate. Infine, si è sfogata contro la scelta del governo in tema di apertura e poi chiusura delle discoteche:

Fare ballare questi ragazzi tutti appiccicati e sudati non doveva essere permesso. Lui è andato lì per lavorare dopo un lungo lockdown. Adesso ci chiediamo se era davvero necessario riaprire le discoteche per richiuderle poco dopo. A che cosa è servito?

Lucio Presta sulla vicenda di Riccardo

Sulla questione è intervenuto anche il marito di Paola Perego, l'agente dello spettacolo Lucio Presta, che ha molto a cuore Riccardo, nonostante non sia suo figlio. Su Facebook Presta ha raccontato "l'odissea" del 24enne:

Il figlio di mia moglie è uno dei 2 dj delle serate in Sardegna e Argentario. Gli comunicano che alcuni dei partecipanti, gli organizzatori e l’altro Dj risultano positivi al Covid. Applica il protocollo e chiama il medico di base, che ti prescrive tampone. Chiama lo Spallanzani per dare dati e chiede che gli venga fatto un tampone. Risposta: la chiamiamo noi e non si sente più nessuno, allora richiama e gli dicono vada in fila Drive in più vicino per fare tampone, esegue con mascherina e protezioni individuali, sei ore di fila in auto ed eccoci, tocca a lui. Ma sono le 20, devono chiudere , torni domani, anzi lei non dovrebbe uscire di casa perché potenziale positivo, lui replica ma io ho chiamato e mi hanno detto di venire qui, ok va bene torni domani mattina alle 8.30.

Uno sfogo amaro, nel quale l'agente non è riuscito a tenere a freno la rabbia per l'inefficienza del sistema dei tamponi, ma anche per le scelte del governo legate alle chiusure:

Nel frattempo siamo al 4 giorno , chiudere subito discoteche! Perfetto, ma intanto questo ragazzo che ha seguito il protocollo che VOI AVETE PREVISTO IN QUESTI CASI, che deve fare? Interessa a qualcuno o facciamo un po’ come cavolo ci pare? Vogliamo accertare che lui e gli altri possano essere certi se sono positivi o no e comportarsi come si deve a seconda del caso? Anche stavolta ci vorrà un pizzico di fortuna e tanta pazienza.

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