Cosa succede a chi detiene o scarica il video hard di Belen?
La diffusione del video porno di Belen Rodriguez è stata capillare e inarrestabile, da quando la notizia della messa in rete ha fatto il giro del mondo. Dai link sui siti di sharing alla diffusione di file su eMule, fino alla commercializzazione in dvd a Napoli e Milano. Non c'è più divieto che tenga, gli argini contenitivi del fattaccio si sono rotti da un pezzo e Belen sta facendo i conti con la vergogna di cui è stata additata.
Come è stato reso noto fin dall'inizio della vicenda la polizia postale ha indagato per individuare il bandolo della matassa, ovvero chi ha messo in rete per primo il filmato scandalo. Ma la procura di Milano è andata oltre nel caso ed ha aperto un fascicolo per reato di pedopornografia, più precisamente indicata come pornografia minorile dal codice penale.
Il pubblico ministero Luigi Luzi vuole andare a fondo e individuare il responsabile della diffusione on line. Come la stessa Belen Rodriguez ha dichiarato ai tempi delle minacce di diffusione del filmato da parte di Tobias Blanco, era minorenne all'epoca dei fatti. Poco più di 17 anni, pur dimostrandone di più, in un video che la ritrae già bellissima.
Carcere e multe salate per la diffusione di pornografia minorile
Le accuse non solo sono contro la diffusione del video ma anche la detenzione dello stesso, trattandosi appunto di una minore. La legge italiana è cristallina in merito, come recitano questi estratti del codice penale, art. 600 e 600-quater:
Chiunque, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, distribuisce, divulga, diffonde o pubblicizza il materiale pornografico di cui al primo comma, ovvero distribuisce o divulga notizie o informazioni finalizzate all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori degli anni diciotto, é punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da lire cinque milioni a lire cento milioni.
Chiunque, al di fuori delle ipotesi previste dall’articolo 600-ter, consapevolmente si procura o detiene materiale pornografico realizzato utilizzando minori degli anni diciotto, e’ punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa non inferiore a €1.549.
Di conseguenza anche chi scarica dai siti P2P in questione, rischia quanto meno una multa salata. Il meccanismo è automatico: chi scarica il video lo condivide anche, e si trasforma in prima persona in divulgatore del materiale stesso.
Affrettarsi a rimuovere le tracce del video potrebbe servire a ben poco; il materiale scaricato sul pc resta nella memoria dello stesso ed è facilmente intercettabile dagli organi preposti alle indagini.