Critiche ai Beckham per il ciuccio alla figlia di 4 anni. David: “Non ne avete il diritto”
David e Victoria Beckham sono stati criticati per permettere alla figlia di 4 anni di usare ancora il ciuccio. Ieri, infatti, il Daily Mail accompagnava una foto che ritraeva il calciatore e la figlioletta Harper mentre passeggiavano e l'accompagnava con un pezzo dal titolo esplicito: "Perché Harper, di 4 anni, usa ancora il ciuccio? Esperti avvisano i Beckham che la bambina potrebbe subire problemi al linguaggio o ai denti se continua a usarlo". Un titolo lungo, classico per il tabloid inglese, che spiega già quello che si legge nell'articolo, dove la giornalista spiegava come alcuni esperti sconsiglino l'uso del ciuccio dopo l'anno di vita, perché, appunto potrebbe creare difficoltà nel linguaggio e problemi nello sviluppo dei denti.
Non riesco a credere che usi ancora il ciuccio – ha detto un'esperta di genitorialità interrogata dal Daily -. Se ne ha uno in bocca a questa età, potrebbe danneggiare veramente i suoi denti e potrebbe realmente ostacolare lo sviluppo del linguaggio. Hai più difficoltà a parlare se hai un ciuccio in bocca piuttosto che se l'abbia libera. Molti dentisti sono d'accordo col fatto che usarlo a quella età potrebbe non essere buono.
Un'accusa forte per David e Victoria, i quali hanno deciso di non lasciar correre, prendendosi un giorno per pensare alla risposta e affidandola ai social del calciatore. Sul profilo Instagram di David, infatti, l'uomo ha postato una foto che ritraeva titolo e foto del Daily Mail, attaccando, però, il tabloid e criticandolo ferocemente:
Perché le persone credono di avere il diritto di criticare i genitori riguardo i loro figli senza avere alcuna idea di quello che succede? Tutti coloro che hanno bambini sanno che quando non si sentono bene o hanno la febbre, cerchi di fare quello che li fa sentire meglio e spesso quella cosa è un ciuccio. Quelli che criticano, quindi, ci pensino due volte prima di dire qualcosa sui figli degli altri perché non avete assolutamente il diritto di criticarmi come genitore.