Dakota Johnson: “Il mio cervello vaga in meandri folli e oscuri, lotto da anni con la depressione”
Dakota Johnson è una delle attrici di Hollywood più richieste e affermate, il suo nome ci riporta alla trilogia di "Cinquanta sfumature", ma sarebbe riduttivo parlarne solo in questi termini, dal momento che nel corso di questi ultimi anni è stata protagonista di numerose pellicole di successo. Eppure, la notorietà e la passione per il proprio lavoro non possono essere la panacea di tutti i mali, anzi, in un'intervista rilasciata a Marie Claire Uk, l'attrice racconta di combattere da quando era appena adolescente con la depressione.
La convivenza con la depressione
"Ho cominciato a combattere contro la depressione quando avevo 14-15 anni. Ma crescendo, e facendo tanta terapia, ho imparato a conviverci. A trovarla “bella”. Perché mi fa sentire il mondo" è così che Dakota Johnson parla di questo stato mentale che la accompagna da quando era poco più che una ragazzina, che con il passare del tempo è diventata una modalità di approccio alla vita, pur con tante difficoltà. L'attrice non nasconde di essere una persona complessa, ma ha imparato a gestire da sola i suoi stati d'animo: "Non riverso le mie complessità sugli altri. Non le faccio diventare un problema per chi mi sta vicino". Il riferimento immediato è, ovviamente, quello a Chris Martin, il frontman dei Coldplay ed marito di Gwyneth Paltrow, con il quale ha una relazione dal 2017. Senza remore l'attrice trentenne racconta cos'è che le fa particolarmente paura, soprattutto in questo periodo, e in che modo cerca di superare questa condizione perpetua di agitazione, ovvero affidandosi al sostegno di un terapeuta:
Provo l’ansia più folle per il nostro mondo e il nostro pianeta. Penso costantemente allo stato del mondo in questo momento. Un pensiero che mi tiene sveglia tutta la notte, ogni notte. Il mio cervello vaga in meandri folli e oscuri. Devo fare tanto lavoro per tenere a bada questi pensieri. Faccio tanta terapia
Suspiria ha aumentato le sue crisi d'ansia
La sua esperienza nel mondo del cinema, però, pur essendo la sua grande passione non sempre l'ha aiutata a vincere i suoi stati d'ansia, anzi, più volte ha raccontato che girare la trilogia di Cinquanta sfumature di grigio, che l'ha portata al successo, non è stato semplice, anzi l'aveva particolarmente turbata. Non è stato da meno con Suspiria, il film di Luca Guadagnino, come racconta lei stessa alla testata britannica:
Stavamo in un albergo abbandonato, in cima a una montagna. Sul tetto, c’erano trenta ripetitori per telefono e l’edificio era pervaso dall’elettricità. Ci si dava la scossa a vicenda non appena capitava di sfiorarsi, faceva un freddo cane. Girare quel film mi ha incasinata così tanto che sono dovuta andare in terapia.