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È morto Walter Nones, marito di Moira Orfei e padre di Stefano

Il Circo Orfei annuncia la morte di Walter Nones, marito di Moira e padre di Stefano, il circense che ha partecipato all’ultima edizione dell’Isola dei Famosi. Aveva 82 anni e combatteva da tempo contro un brutto male. È stato uno dei domatori di leoni più riconosciuti e apprezzati d’Italia.
A cura di G.D.
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Undici mesi dopo la morte di Moira Orfei ci lascia anche Walter Nones, suo marito e co-fondatore di uno dei più grandi circhi di Europa. Aveva 82 anni e combatteva da tempo contro una grave malattia. È stato trovato senza vita nella sua casa di San Donà, in provincia di Venezia. Ad annunciare la sua morte lo staff del Circo Orfei attraverso la pagina Facebook.

Questa mattina ci ha lasciati Walter Nones dopo aver combattuto per anni contro una grave malattia e dopo appena 11 mesi dal lutto che lo aveva colpito con la scomparsa della amatissima moglie Moira Orfei.

Walter Nones, padre di Stefano, circense noto anche per la sua partecipazione all'ultima edizione de "L'Isola dei Famosi", è stato uno degli impresari circensi più importanti della storia contemporanea nonché uno dei domatori di leoni più capaci d'Europa. Ha rivoluzionato il circo con le sue idee introducendo il "circo di regia" ed è stato tra i direttori di circo più amati e quotati al mondo. Prima di diventare un domatore di leoni, Walter è stato anche giocoliere, acrobata e presentatore. Si legge sul sito ufficiale:

È stato un caposcuola come domatore introducendo l'addestramento in dolcezza, disciplina che porta il domatore a stretto contatto con le belve, praticamente a mani libere. Il pericolo è quindi considerato molto forte, lo hanno dimostrato i numerosissimi incidenti di cui Walter è stato vittima. Walter Nones era un uomo profondamente umano, schivo della pubblicità e dedito al suo lavoro che riteneva più importante di una missione.

La lettera a Moira dopo la sua morte

Emozionò tantissimo la lettera che Walter Nones scrisse per Moira Orfei dopo la sua morte, pubblicata da Alfonsi Signorini su "Chi".

Ero in farmacia. Ero andato per comprarti una crema per il viso. Ti avevo appena lasciata nel tuo caravan, sorridente, bella. Noi del circo, ogni mattina, per usanza, appena svegli, corriamo dalla mamma a darle il buongiorno. E poi lei, di solito, ci impartisce gli ordini per la giornata. Domenica scorsa mi avevi chiesto di prenderti una crema di bellezza. Mentre ero in farmacia, ho ricevuto una telefonata: ‘Stefano, torna. La mamma se n’è andata’. L’impatto di quelle parole non lo scorderò mai. Quando sono arrivato nel tuo caravan, ho visto il tuo volto ed era sereno. Te ne sei andata senza soffrire. Ti sei semplicemente appisolata. Il dolore da gestire ora resta a noi, resta alla tua famiglia e ai tuoi amici. La scorsa settimana eravamo andati in ospedale per un controllo, ma tutto era risultato ok. Appena usciti, mi avevi detto: ‘Amore mi compri il gelato alla nocciola?’. Ti piaceva tanto. Lavoravi sempre, mamma, non ti fermavi mai. Durante i nostri spettacoli uscivi sul tuo Maggiolone per ringraziare il pubblico due volte al giorno. ‘Senza di loro noi non siamo niente’, ripetevi. Avevi ragione. In molti hanno scritto che senza di te il circo è morto. Queste parole ti regalano il posto che meriti nell’arte circense. Ripetevi sempre: ‘Continuate a fare il circo, perché mi sono fatta in quattro!’. Continueremo la tua opera. E con noi ci sarà anche il tuo caravan. L’affetto dei media e dei social ci ha riempito di gioia. Ho capito in quanti ti adoravano. Ma soprattutto ho scoperto che tu, mamma, di nascosto, aiutavi tante persone. Molti sono venuti qui a Brescia a raccontarci di come, senza mai dirci nulla, avevi aiutato e ancora sostenevi chi ti chiedeva una mano, i bisognosi e, in genere, chiunque bussasse alla tua porta. E, poi, nel tuo cuore c’era spazio sempre per il settimanale Chi e per gli editoriali del direttore, Alfonso Signorini, che seguivi ovunque. Adoravi Alfonso. Nel tuo cuore c’erano anche le lacrime che hai versato vedendo le ultime immagini non ti è stato risparmiato quell’orrore. Pregavi e ti appellavi a Padre Pio a cui eri devota, devotissima. Vivevi la religione di pancia. Chiedevi al santo di fermare queste atrocità e piangevi. Che cosa rimarrà sempre nel mio cuore? Quando a Brescia abbiamo dovuto comunicare che non saresti uscita per salutare il pubblico perché non c’eri più, ci sono stati dieci minuti di applausi. Tutti erano in piedi, con me in lacrime. Grazie, adorata Moira. Sei stata la mamma più buona del mondo.

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