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Eleonora Giorgi e i demoni del passato: “Ero immersa nella follia, c’era solo l’eroina”

L’attrice di Borotalco si racconta a “La Confessione”, intervista di Peter Gomez, e racconta i suoi trascorsi, le difficoltà durante la relazione con Mario Schifano e l’essere stata salvata da Angelo Rizzoli, prima dello scandalo che lo travolse.
A cura di Par. And.
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Eleonora Giorgi si racconta a "La confessione", intervista tv di Peter Gomez su Nove Tv, che andrà in onda il 2 marzo alle 23. L'attrice, che nelle prossime settimane prenderà parte alla nuova edizione di Ballando con le stelle, ha spaziato dalla sua carriera ala sua vita personale, raccontando delle sue relazioni e dei problemi personali derivati da esperienze dolorose:

“A novembre del '74, un mese prima di compiere 18 anni, il mio fidanzato, Alessandro Momo, perse la vita in un incidente in moto: gliela avevo prestata io. Da quel momento mi sono persa, poco dopo ho cominciato a drogarmi. Quella moto non l'ho mai più ritirata”. Quell'episodio, che le cambiò la vita, l'ha portata a cadere nel vortice dell'eroina: “Si trattava di un’appartenenza generazionale. Per chi viveva la propria gioventù negli anni ’70, era quasi naturale provare certe esperienze”. Successivamente arrivò il successo cinematografico, con la conseguenza di un'immagine presso il pubblico maschile, che non aveva mai immaginato di avere:

Mi ritrovai a essere la Lolita d’Italia, un’immagine che non mi corrispondeva per niente. Gli uomini si aspettavano da me un certo tipo di suggestione erotica che non mi apparteneva”.

La spirale dell'eroina

Le frequentazioni di quegli anni non l'hanno facilitata, avvicinandola a una vita più morigerata, anzi. La Giorgi racconta di aver assistito a scene che non si sarebbe mai aspettata di vedere, come quelle durante la frequentazione con Mario Schifano“Era completamente folle. Io allora non sapevo nemmeno cosa fosse la cocaina. Non capivo perché, vestito di nero, in quella grande casa vuota, zompettasse elettrico da tutte le parti”. Era una casa in cui girava molta droga, racconta la Giorgi: “C’era una pipa di oppio che le persone si passavano di mano in mano. Io pensavo si trattasse di una cosa indiana, invece mi si incrociarono gli occhi e svenni come ipnotizzata. Ho fatto il sonno più lungo della mia vita”. E da lì si ritrovò dipendente:

“Mi ritrovai immersa in qualcosa di folle, non mangiavo più, non uscivo più: c’era solo l’eroina. La tiravamo, la fumavamo, non era più vita”.

La storia con Angelo Rizzoli

Da quel vortice la salvò la storia con Angelo Rizzoli: "Al di là dei problemi giudiziari che arrivarono dopo, l’incontro con Angelo mi restituì alla vita: andai in clinica e mi disintossicai. Oggi posso dire che è una delle cose che non rifarei”. I problemi giudiziari sono quelli relativi all'arresto del marito, la cui vita era intrecciata gli scandali più bui della prima Repubblica, dalla Loggia segreta P2, al crac del Banco Ambrosiano, oltre alla misteriosa morte del banchiere Roberto Calvi, trovato con una corda stretta attorno al collo, a Londra, il 18 giugno 1982: "Quando mio marito, Angelo Rizzoli, era in carcere mi chiedeva di contattare Agnelli, Craxi, Andreotti. Andai da quest’ultimo, che mi gelò chiedendomi cosa sapessi delle azioni del Nuovo Banco Ambrosiano". La Giorgi spiega poi cosa accadde in relazione alla fine di quella storia con Rizzoli e al linciaggio pubblico di cui fu vittima:

Da allora la mia carriera è finita, l'Italia non ti perdona se sposi un uomo potente.

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