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Ex star del Gf abortisce e denuncia: “Il bambino mi è stato dato in un sacchetto”

Ha dell’incredibile la denuncia di Sallie Axl, ex concorrente del Grande Fratello inglese. Dopo essersi recata in ospedale in seguito a un aborto spontaneo, avrebbe subito un raschiamento. Al termine del’intervento, il corpicino del bambino senza vita le sarebbe stato consegnato in un sacchetto di plastica.
A cura di Stefania Rocco
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Ha dell’incredibile la vicenda denunciata sui giornali da Sallie Axl, ex concorrente del Grande Fratello inglese che, a due mesi da un drammatico aborto, racconta di essere stata trattata in maniera disumana dal personale medico impiegato presso il St Mary's Hospital di Manchester. La giovane e bellissima modella racconta di essersi recata presso la struttura sanitaria in seguito a un aborto spontaneo. Una volta ricoverata, però, sarebbe cominciato il suo calvario. A distanza di settimane da quel doloro momento, Sallie ha scelto di condividere la sua storia sui social network per mettere in guardia le donne che in futuro potrebbero trovarsi a vivere la sua stessa situazione. Questo è il suo racconto:

Il 17 luglio ho ricevuto il mio bambino morto in ospedale in una scatola e un sacchetto di plastica, insieme a un'altra borsa di medicinali, e sono stata spedita a casa a piangere. Il mio bambino morto è stato trattato e mi è stato consegnato come un take-away. Questa è la prima volta che riesco a parlare del mio calvario. Sono stata trasportata in ospedale per un aborto spontaneo durante il quale ho perso il mio angelo: in ospedale il mio bambino non è stato rimosso e ho contratto un'infezione che mi ha causato un'emorragia che mi ha fatto perdere il 40% del mio sangue. Le mie vene stavano collassando e sono stata portata in chirurgia d'urgenza. Mi sono davvero preoccupata per la mia vita. Quando mi sono svegliata il mio letto era sporco di sangue e ci sono voluti giorni prima che gli infermieri mi cambiassero le lenzuola, lasciandomi con il doloroso ricordo dell'aborto sotto i miei occhi. Non c'era compassione nel personale che si rivolgeva al mio bambino come fosse un oggetto. Tutto questo non dovrebbe accadere a nessuna donna che perde il proprio bambino. Non dovevano farmi portare via il mio bimbo in un sacchetto di plastica. Per favore, fermate questa pratica negli ospedali. Tutto ciò mi ha quasi rovinato la vita. Il servizio sanitario nazionale si dovrebbe vergognare.

A riprova della veridicità del suo racconto, Sallie ha postato sui social la foto del sacchetto di plastica in questione, che avrebbe contenuto il corpicino senza vita del suo bambino.

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