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Fabrizio Corona dal carcere: “Mi hanno ridotto la pena di 4 anni”

L’ex re dei paparazzi scrive ad Alfonso Signorini dello sconto di pena, ridotta dai 13 ai 9 anni. Potrebbe chiedere una pena alternativa ma aggiunge: “uscirò quando potrò essere orgoglioso di me”.
A cura di A. P.
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Fabrizio Corona riesce a far parlare di sé nonostante sia in questo momento in carcere. Dà sue notizie tramite lettere, con le quali comunica di quel cambiamento che sta affrontando da 14 mesi a questa parte, quelli trascorsi da quando è cominciata la sua detenzione. Il destinatario di una lieta notizia per lui è, questa volta, Alfonso Signorini, direttore di "Chi", al quale Fabrizio Corona rivolge le sue riflessioni, la lita novella di uno sconto di pena, ma anche i propositi per il suo futuro:

Ciao direttore sono passati quasi 14 mesi dal giorno del mio arresto, precisamente 410 giorni, e tante cose sono successe, tante cose sono cambiate, ma una in particolare mi è rimasta in mente e mi ha dato, e mi dà ancora, la forza di andare avanti. Sono le parole di uno dei miei due avvocati, Gianluca Maris: ‘Fabrizio qualsiasi cosa accada resta sempre te stesso, non cambiare mai e soprattutto ricordati sempre che alla fine ciò che è giusto vince'".

La lettera va avanti  raccontando proprio della riduzione di pena, dai 13 ai 9 anni: "Lunedì 10 febbraio 2014 ciò che era giusto in parte ha vinto. Il gip di Milano si è pronunciato in relazione a una mia istanza e la mia pena è stata rideterminata, passando da un cumulo di condanne definitive di 13 anni e 2 mesi, a uno di 9 anni. Mi sono stati scalati 4 anni e 2 mesi. In questo momento sono nei termini per chiedere una pena alternativa, ma non ho fretta. Affronto i compiti che ho davanti e li porto a compimento uno a uno. Concentro l'attenzione su ogni singolo passo, ma al tempo stesso cerco di avere una visione globale e di guardare lontano". La lunga lettera scritta dal carcere di Opera prosegue

C'è sempre un limite e una linea d'ombra da superare per conoscere se stessi, e spesso per farlo bisogna passare da una disfatta. Per me la disfatta è stato il carcere. Ma è anche vero che il carcere mi ha fatto bene, mi ha reso un altro, mi ha fatto superare tutte le mie ossessioni. Sono finalmente riuscito a fermarmi, pensare, riflettere e capire. Oggi ho capito, e quando un giorno uscirò mi riprenderò tutto, ma solo quello che ho capito di volere veramente e per cui vale la pena vivere.

Infine quelli che sono i suoi propositi per il prossimo futuro, visto che volendo sarebbe nei limiti per richiederela penaalternativa. Ma lui è di avviso differente: "la libertà dovrà arrivare quando avrò finito il mio percorso di uomo nuovo, quando potrò essere veramente felice, riuscire a godere delle piccole cose della vita, vivere di amore senza compromessi e doppi fini, essere vero, essere me stesso, costruire per creare e lasciare il segno, non avere più sensi di colpa, guardarmi allo specchio ed essere orgoglioso di me"

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