Gabriele Muccino: “Mio figlio e due amici respinti in discoteca perché ‘sono neri e fanno casino'”
"Stiamo sconfinando nell’Apartheid", è la denuncia di Gabriele Muccino, il regista che ha raccontato su Facebook di come suo figlio e due amici siano stati tenuti fuori da una discoteca con la sola motivazione del colore della pelle dei ragazzi che erano insieme a suo figlio. La denuncia di Muccino contiene tanto di riferimento chiaro al nome del locale e al luogo:
Ieri sera mio figlio è andato con due amici di colore nel locale #Hof di Ravenna Porto Fuori. Si è sentito dire sia dal buttafuori che da un addetto al locale che lui poteva entrare ma gli amici no. Dopo oltre un’ora di attesa, alla domanda “Perché?”, è stato risposto: “Perché loro sono neri e fanno casino”.
E li hanno lasciati fuori al freddo.
Il regista da anni è sempre molto attivo sulle varie piattaforme social, che non utilizza esclusivamente per parlare del suo lavoro, ma anche per sviscerare questioni private e di pubblico interesse.
Risale a pochi giorni fa l'annuncio di Gabriele Muccino del ritiro della querela nei confronti di suo fratello Silvio, che nel 2016 lo aveva accusato di aver aggredito l'allora moglie Elena Majoni, nel 2012. Affermazioni che avevano appunto portato a una disputa legale, chiusa in anticipo proprio su decisione di Gabriele Muccino:
"Oggi ho ritirato la querela contro mio fratello Silvio per diffamazione. Mi interessava che un giudice, con tutti i documenti alla mano, lo rinviasse a giudizio. E questo è accaduto. Non mi interessa la sua condanna. Chiudo così questa parentesi triste e insensata".
E mentre le beghe familiari paiono risolversi, Gabriele Muccino tornerà anche al cinema da regista il prossimo 13 febbraio con "Gli anni più belli", in cui dirige Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart, Pierfrancesco Favino e Claudio Santamaria in un film corale che verrà presentato anche nel corso della prima serata del Festival di Sanremo 2020.