Garko e l’omosessualità: “Non sono gay, è solo il cliché dell’attore bello”
Gabriel Garko si racconta a "Gay.it", risponde alle domande sulla sua presunta omosessualità. Una leggenda metropolitana che, molto spesso, anticipa e precede la reputazione di uno degli attori più belli e desiderati degli anni '90. Lui non svicola, affronta apertamente la questione e parla di stereotipo dell'attore bello. Un cliché che vuole che tutti gli attori belli sono omosessuali, così come le donne affascinanti siano potenzialmente delle rovinafamiglie.
L'omosessualità presunta
Gabriel Garko a domanda risponde molto chiaramente. E punta il dito anche ai giorni di Sanremo, quando una sua affermazione sulle unioni civili fu travisata e strumentalizzata anche politicamente. Gabriel Garko non le manda a dire.
È un altro cliché che vuole che tutti gli attori più belli siano gay, così come che tutte le belle donne siano delle potenziali mignotte. Mi infastidisce quando un omosessuale si diverte a puntare il dito, verso un altro individuo, tacciandolo a tutti i costi di essere gay, come se poi fosse una cosa brutta. Se una persona è risolta, e vive bene la propria sessualità, non avrà mai tutta questa voglia di dispensare etichette qua e là. Mi dispiace, ad esempio, quando a Sanremo venne strumentalizzata la mia affermazione sulle unioni civili. Io mi limitai a dire che due individui, di qualsiasi natura, dovevano e potevano fare quello che meglio credevano, a patto che fossero entrambi consenzienti, ma anche in quel caso venne vista una certa, ed inesistente, chiusura da parte mia.
I ritocchi estetici
Ovviamente, il secondo tema più battuto è quello del volto cambiato in relazione a presunti ritocchi estetici, anche in questo caso lui cerca di affrontare nel migliore dei modi un discorso che negli ultimi tempi lo ha pesantemente penalizzato.
Quella fu l’unica volta dove mi piegarono davvero le gambe. Fino ad allora, venivo attaccato su tutto, ma mai sull’aspetto esteriore. Era una cosa, forse l’unica, su cui ho sempre pensato di essere inattaccabile. Ne sono uscito grazie a degli amici che, vedendomi come ci ero rimasto, mi portarono in barca via da tutto e tutti, cellulare compreso. Quando qualcuno mise delle foto, tra l’altro ritoccate, in rete, inizialmente mi feci una risata, ma nel momento in cui, il giorno dopo, al bar di fiducia, iniziai a notare una certa insistenza da parte di altri clienti abitudinari, per capire se quello visto online fosse vero, o meno, rimasi spiazzato. Oggi ci rido, ma non è stato facile… A una mia foto, vicino al camino, mi scrissero: “Allontanati dal fuoco che rischi di squagliarti!”.