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Gessica Notaro dopo gli interventi al viso: “Mostro il dolore che provo per salvare le altre donne”

Era il 10 gennaio 2017, quando Gessica Notaro veniva aggredita con l’acido dall’ex fidanzato Edson Tavares. Da allora sono passati poco più di quattro anni e la modella e cantante ha intrapreso un luminoso processo di rinascita. Dopo le dolorose operazioni chirurgiche, si sta sottoponendo a una serie di altrettanto delicati interventi estetici per riappropriarsi dei suoi lineamenti. Gessica Notaro ne ha parlato in un’intervista rilasciata a Fanpage.it.
A cura di Daniela Seclì
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Era il 10 gennaio 2017, quando la vita di Gessica Notaro rimaneva appesa a un filo a seguito di un'aggressione con l'acido. La modella e cantante subì uno spietato attacco da parte dell'ex fidanzato Edson Tavares, che non accettava la fine della loro relazione. Quattro anni più tardi, ritroviamo una donna forte, coraggiosa, determinata, pronta a combattere accanto alle sorelle più fragili, che stanno condividendo la sua stessa sorte e sono tenute in scacco da uomini violenti. La sua è una storia in grado di ispirare e di dimostrare che ciò che veramente conta nella vita è il modo in cui ci si rialza e si reagisce a ciò che ci capita. Gessica Notaro si è raccontata su Fanpage.it, ripercorrendo le tappe della sua luminosa rinascita.

Gessica sei reduce da un delicato intervento al viso, come stai?

Bene, molto bene. Certo, le ferite ora sono aperte. Ovviamente ho la carne viva, è normale. Nell’operazione laser, il dottor Brunelli è andato a scolpire quella maschera che porto da quattro anni, per far riemergere il mio viso, che è rimasto intrappolato sotto. Ho visto ricomparire la mia narice destra ed è bellissimo, è una grande soddisfazione.

Cosa significa per te riappropriarti dei tuoi lineamenti?

Ricordo che la sera dell'aggressione chiesi a Dio di lasciarmi almeno la vista. Gli dissi: "Toglimi la bellezza, però lasciami gli occhi per guardare il mondo perché per me è la priorità”. In quel momento, ero pronta a perdere il mio volto. Però è bello vedere ogni giorno che qualcosa migliora. Forse chi non ha vissuto ciò che ho vissuto io, non lo può capire fino in fondo, ma per me guardarmi allo specchio e vedere una narice è un sogno, è incredibile. Adesso sto fantasticando sul resto.

Dovrai sottoporti ancora a tanti interventi?

Sì, il 13 aprile il dottore opererà sul contorno della bocca, dove ho delle cicatrici. Sarà pazzesco. Poi occorrerà intervenire sulla narice sinistra, sulle palpebre, dovrò fare il trapianto di cornea. Di lavoro ce n’è, ma francamente non ci penso. Io mi godo la vita e quando mi guardo allo specchio mi piaccio.

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Hai deciso di condividere sui social anche i video che mostrano il dolore che provi durante gli interventi, come mai hai fatto questa scelta?

All’inizio erano tutti dalla mia parte. La giungla dei social network vuole vedere il sangue e finché c’è il sangue sei ammirato da tutti. Quando inizi a stare bene è come se la gente iniziasse a dimenticarsi tutto quello che hai passato. Ho visto tanta cattiveria sui miei social. Mi dicono: “Ringrazia chi ti ha tirato l’acido, perché sei diventata famosa” oppure “Grazie all’acido adesso mostri il fondoschiena in tv”. Delle cose allucinanti. Ho voluto ricordare a queste persone che è vero che anziché chiudermi in casa, ho preferito fare qualcosa che mi facesse stare bene. Però, a che prezzo? Questo la gente deve averlo ben chiaro nella testa. Ma il punto per me più importante è un altro.

Quale?

Mi seguono molte donne che hanno vissuto o stanno vivendo situazioni molto delicate, di abusi, violenze fisiche o psicologiche. Vorrei che, guardando quelle immagini, si fermassero a pensare: “Se la cosa viene presa sottogamba può finire in questo modo”. Mi interessa fare scattare questa molla. In un attimo può succedere una catastrofe, evitiamolo.

Le tue parole sugli hater, mi hanno riportato alla mente il caso di Nadia Toffa. Affrontava il cancro cercando di mostrarsi sorridente e per questo venne messa in dubbio la sua sofferenza.

Come puoi sentirti bene nell’offendere una persona che come Nadia stava lottando tra la vita e la morte? Le auguravano di morire. È successo anche a Emma Marrone. Sono dei deficienti. Una persona felice, che vive bene la sua vita, non giudica. Vive col sorriso. Anche quando stavo messa malissimo, non mi è mai venuto in mente di sparare cattiverie sulla gente. Però ci sono persone che sfogano così le loro frustrazioni. Basti guardare l’accanimento che c’è contro Belén Rodriguez.

Sì, di recente l'hanno addirittura accusata – cito testualmente – di "cambiare uomini come mutande".

Ma di cosa stiamo parlando? È allucinante. Tutti a criticare. Ma menomale che una persona rimane coerente con se stessa e se non è felice di una situazione, la cambia. Non mi risulta che Belén faccia soffrire il piccolo Santiago o faccia del male a qualcuno. È una persona buona, non è stata fortunata. Credo che anche lei volesse salvare il suo matrimonio. Perché romperle le scatole? Io sono sconvolta. La gente è infelice e deve mettere il becco dappertutto.

Nadia Toffa, Emma e Belén Rodriguez
Nadia Toffa, Emma e Belén Rodriguez

Tornando alla tua vicenda, i giudici di secondo grado sostennero che l'aggressore Edson Tavares volesse punirti privandoti non solo della tua bellezza, ma della tua identità dato che non poteva possederla. 

È sintomo di fragilità e debolezza. È un uomo forte uno che ha bisogno di annientarmi in questo modo? È un debole. Impaurito dalla mia forte personalità. Il narcisista maligno ha bisogno di alimentare il proprio ego succhiando l’energia della sua preda. Le porta via l’anima, è come un cancro, è qualcosa di terribile. Lui era costantemente in competizione con me. Ero un trofeo da esibire ma allo stesso tempo doveva essere al centro dell’attenzione. Era combattuto tra queste due cose. Era anche un bravo manipolatore. Quando ti svegliavi era già troppo tardi.

La donna coraggiosa, forte, determinata che sei oggi pensa mai alla Gessica ferita, fragile e impaurita del giorno dell'aggressione?

Ogni tanto ci penso. Soprattutto quando torno vicino alla casa di mia madre dove è successo tutto. E sai cosa vorrei fare? Vorrei abbracciare la ragazza che ero quella sera, proteggerla e dirle: "Tranquilla, tanto io so già come fare per tirarti fuori dai guai". Vorrei fare questo. Sono davvero soddisfatta di quanta strada ho fatto.

Sono passati ormai quattro anni dal giorno dell’aggressione, conservi ancora qualche ricordo o ormai quell’incubo sta sbiadendo?

Te lo ricordi per sempre, non puoi dimenticarlo, anche se sto provando a buttarmelo alle spalle. Quella sera ho riconosciuto subito Tavares quando mi ha tirato l'acido. Ho riconosciuto la sua mano, la bocca, come era vestito. La gente che sentiva le mie urla, gridava dalle finestre: “Cosa è successo?”. Io ho risposto senza esitazione: “Il mio ex fidanzato mi ha tirato l’acido, chiamate la polizia”. Ho citofonato a mia madre e le ho detto: “Edson mi ha tirato l’acido, apri”. Poi ho pensato: "Ca**o lo ha fatto". Lui mi aveva detto: "Ti rovinerò la vita senza toccarti con un dito". E non era la prima volta che lo sentivo parlare di acido. Per diverso tempo ho messo un casco integrale in testa per fare il tratto dalla macchina a dentro casa. Poi, pensavo si fosse rassegnato e invece.

Tavares è stato condannato dalla Corte di Cassazione a 15 anni, 5 mesi e 20 giorni di reclusione. Sei soddisfatta della sentenza? 

Tantissimo. Il fatto che non abbiano tolto nemmeno un giorno alla condanna è un messaggio molto forte. Questi soggetti vanno puniti per quelle che sono le loro intenzioni. Lui voleva vedermi sciolta per tutta la vita. Se fosse riuscito nel suo intento oggi sarei un mostro, senza occhi, completamente cieca. Mi vengono i brividi.

In 31 anni hai dovuto superare tanti dolori. Hai perso tuo padre, otto mesi più tardi purtroppo tuo fratello si è tolto la vita, poi è arrivata l’aggressione. Dove hai trovato la forza di rialzarti ogni volta?

Anch'io ho dei momenti in cui sono giù. Ho incassato il colpo di mio padre. Per un po’ sono rimasta in piedi, poi otto mesi dopo mio fratello…mi è arrivata la mazzata e sono crollata a terra. Però sai, in quel momento lavoravo con gli animali. Io ho superato tutte le fasi depressive e mi sono sempre salvata grazie a loro e alla musica. Hanno sempre aggiustato tutto nella mia vita.

Dopo l'aggressione, hai deciso di impegnarti attivamente per aiutare  le donne che subiscono maltrattamenti.

Sì, in collaborazione con le forze dell’ordine, le associazioni e investigazioni private do loro l’aiuto e il sostegno di cui hanno bisogno. Per me è un modo di dare un senso a quello che è successo.

È vero che ti è capitato di subire minacce dagli stalker delle donne che aiutavi?

Sì, per un periodo sì. Poi sono entrata sotto scorta. Sono protetta da un'agenzia di investigazioni private. Sono i miei angeli custodi. Mi hanno cambiato la vita. Sto lottando per fare avere alle vittime di violenza e alle donne che subiscono stalking, questo tipo di tutela dopo la denuncia. Cambierebbe le cose per loro, sotto il profilo della sicurezza fisica e psicologica.

Filippo Bologni e Gessica Notaro
Filippo Bologni e Gessica Notaro

Attualmente sei felicemente fidanzata con Filippo Bologni. Hai trovato difficoltà a tornare ad amare e a fidarti di un uomo dopo quello che ti è successo?

No, perché quello non era amore. L’amore è bello, fa star bene, rende felici. È una cosa totalmente diversa, perché averne paura? Nonostante tutto, vivo ancora nel mondo di Walt Disney, credo nei sogni e nel principe azzurro. Comunque cerco sempre di evitare il paragone tra la bella relazione che sto vivendo e i fatti di cronaca nera che mi riguardano. Non voglio portare quell’ombra nella mia nuova vita. Cerco di separare le due cose.

Per concludere, cosa ti senti di dire alle donne che in questo momento stanno vivendo una violenza ma non trovano il coraggio di denunciare?

Che chiedano aiuto. C’è sempre qualcuno con cui si può parlare senza vergogna. E poi di concentrarsi su se stesse e cercare la luce, perché c’è. È difficile vederla in quelle situazioni, però se ce l’ho fatta io possono farcela anche loro. Non bisogna illudersi che le cose possano migliorare. Bisogna lasciarsi aiutare, per uscirne del tutto. Io mi metto a disposizione. C’è una mail dove ricevo le richieste d’aiuto. Se mi vogliono contattare possono scrivermi a labendabrillante@gmail.com.

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