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Giovanna Mezzogiorno: “La gravidanza mi ha distrutta, ci ho messo tre anni a riprendermi”

L’attrice torna al cinema con “Come diventare grandi nonostante i genitori” e rompe i tabù sulla maternità, che è “una gioia, ma anche una fatica”. Mamma di due gemelli di cinque anni, confessa che gravidanza e parto l’hanno duramente provata, costringendola a una lunga pausa dal lavoro.
A cura di Valeria Morini
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Chi ha detto che per le star la maternità è un gioco da ragazzi? Non le pensa così Giovanna Mezzogiorno, che racconta a Vanity Fair il suo tutt'altro che facile percorso di mamma di due gemelli.

L'attrice de "L'ultimo bacio" sarà nelle sale dal 24 novembre con "Come diventare grandi nonostante i genitori". A chi si chiedesse le ragioni del lungo periodo d'assenza dal grande schermo, è presto detto: nel 2011, la diva 42enne ha dato alla luce i gemelli Leone e Zeno, avuti dal marito Alessio Fugolo. In questi cinque anni, è apparsa in appena due film, "Vinodentro" e "I nostri ragazzi".

È stata una lunga pausa, da una parte voluta e dall'altra forzata. La maternità è una gioia, ma che fatica. Con due gemelli poi è ancora un’altra storia. Dopo il parto non ero in grado di rimettermi subito a lavorare, lo ammetto: la gravidanza mi ha distrutta, ho impiegato tre anni per riprendermi.

"Mio padre Vittorio Mezzogiorno era un uomo severo"

Guarda caso, nel film sopracitato, si parla di rapporto tra genitori e figli. Un'occasione per ricordare a Giovanna la sua adolescenza non proprio tranquilla e il rapporto con la sua famiglia. L'attrice è figlia dell'attrice Cecilia Sacchi (morta nel 2010) e del grande Vittorio Mezzogiorno, interprete di teatro, cinema (per Herzog e Bellocchio) e tv (era Licata in La Piovra 5), scomparso nel 1994 a soli 52 anni.

Ho avuto una madre tollerante e un padre severo. Andavo molto male a scuola e quindi capisco la sua preoccupazione, ma si creavano forti tensioni in casa e provavo rancore. Questa severità comunque mi ha formato. Anche io ho imparato a dire tanti no, che mi hanno permesso di costruire una carriera duratura. I no in qualche modo ti aiutano a difenderti nella vita.

Quei "no", oggi, ha imparato a dirli ogni tanto anche ai suoi bambini.

Certamente, lo faccio tutti i giorni, se non li dicessi due maschi ci mangerebbero in testa, rischieremmo, io e il padre, di essere travolti . Ovviamente facciamo fatica a dire no, sono più facili i sì, e a volte cediamo. L’importante è non essere severi senza giusta causa: l’autoritarismo fine a se stesso non serve. Dare delle regole è fondamentale, soprattutto con due figli maschi.

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