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Protesi e tacchi a spillo, lo splendore di Giusy Versace a Venezia 76

L’immagine più bella della seconda giornata della mostra del cinema di Venezia è sicuramente quella di Giusy Versace, l’atleta paralimpica che ha sfilato sul red carpet mostrandosi in tutta la sua vulnerabilità per la presentazione di “WonderGiusy”, il suo ultimo libro illustrato che insegna ai giovani a non scoraggiarsi davanti alle difficoltà della vita.
A cura di Par. And.
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L'immagine più significativa e di maggiore impatto della seconda giornata della 76esima mostra del cinema di Venezia porta il nome di Giusy Versace, che in tacchi a spillo e protesi ha sfilato sul red carpet del Lido, per dare voce alle donne detenute nei carceri italiani. La ragione è stata la presentazione di “WonderGiusy”, il suo ultimo libro illustrato che insegna ai giovani a non scoraggiarsi davanti alle difficoltà della vita.

L'atleta paralimpica ha sfilato sul tappeto rosso al fianco di Jo Squillo, offrendo ai fotografi un'immagine destinata a restare un simbolo di questa edizione della manifestazione, per il suo peso simbolico. Giusy Versace è d'altronde un personaggio dal peso rilevante nella discussione sul tema della disabilità. La sua capacità di trovare una via per l'assoluta normalità, nonostante l'incidente che l'ha privata delle gambe, è passata attraverso diverse esperienze, soptattutto televisive.

Alcuni anni fa ha infatti preso parte a Ballando con le Stelle, dimostrando di non avere alcun limite nel competere con gli altri concorrenti in gara. A quegli stessi anni risale la sua partecipazione alla Domenica Sportiva, che attirò anche alcune critiche per la sua presunta poca competenza in materia calcistica. Polemiche alle quali lei rispose senza mezzi termini: "Ho alzato sin da subito le mani ammettendo di non essere ferrata sul calcio. La rete non cercava una giornalista, ma una sportiva che potesse dare un valore aggiunto alla trasmissione. L'obiettivo era quello di dare un'impronta diversa a La domenica sportiva: più dinamica, giovane e moderna. E penso che ci siamo riusciti. È chiaro che il cuore della trasmissione resta il calcio, ma per me è un'opportunità poter parlare anche di sport paralimpici. È un'occasione per lanciare messaggi e dare forza agli altri".

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