Il figlio di Gianluca Vacchi sarà sui social: “Decido io, non il tribunale mediatico”
Mostrare il figlio di una coppia popolare sui social oppure non farlo? È una domanda che si ripropone ciclicamente, a ogni nascita del figlio di un influencer. Il desiderio di condivisione è forte, nella stragrande maggioranza dei casi lo è tanto da superare l’annosa questione del confine che è necessario porre tra pubblico e privato. Di fronte alle misure del tracciato che farà da perimetro al materiale ritenuto potenzialmente condivisibile in rete si è già interrogato Gianluca Vacchi, tra i più noti infleuncer italiani. Forte di un seguito da oltre 16 milioni di follower, Vacchi confessa al Corriere di avere già stabilito che il figlio che aspetta da Sharon Fonseca sarà sui social. Una scelta libera quella dell’uomo, che rivendica la possibilità di decidere per se stesso senza doversi necessariamente preoccupare dell’impatto che la sua scelta avrà sui certificatori del politicamente corretto.
Lo ha stabilito con Sharon Fonseca
“A novembre divento papà: non voglio rivelare il sesso, ma sicuramente mio figlio o figlia sarà sui social, perché ho sempre condiviso la mia vita con il mio pubblico”, dichiara Vacchi “Non ho nessun tipo di filtro, tranne che per momenti ovviamente molto privati che non possono essere condivisi: lo farò con la giusta misura che stabilirò con Sharon e che non sarà certamente deciso da un tribunale mediatico della esposizione del minore”. Tribunale spesso pronto a emettere sentenze con le quali Vacchi potrebbe trovarsi a dover fare i conti.
Come ha conquistato Sharon Fonseca
Vacchi racconta di avere conquistato la compagna Sharon, madre di suo figlio, corteggiandola lentamente. “Sharon ha tutte le caratteristiche che io cercavo in una donna, lei è la persona giusta e mi ritengo davvero fortunato”, dichiara l’influencer, mai vicino come oggi all’idea di famiglia “L’ho conquistata lentamente, ci ho messo più di sei mesi, mi ha fatto soffrire in senso buono ed è giusto che sia così: alle donne va restituita la dignità del corteggiamento”.