Ilary Blasi la si ama o la si odia, pubblico spaccato a metà sulla conduttrice del GF Vip
La parola d’ordine di Ilary Blasi, quella che le ha consentito di imprimere il suo marchio di fabbrica al “Grande Fratello Vip”, è una: riconoscibilità. Chi si aspettava una certa timidezza di fondo, un avvicinamento tiepido a un format tv nuovo e mai sperimentato prima, è stato costretto a rivedere le sue opinioni. Al Gf Vip la si ama o la si odia, con lei non esistono mezze misure. I modi ostentati da sora Lella, lo spirito dissacrante con il quale si rapporta al divismo, le espressioni che ne lasciano indovinare l’esasperazione mista a divertimento, hanno consentito all’ex letterina di affrancarsi dalle precedenti conduzioni e, nel bene o nel male, osare fino a diventare riconoscibile.
Il pubblico è spaccato a metà di fronte a Ilary, ma non c’è modo di non riconoscerle il fatto che ha avuto del fegato. La capitana di questa edizione del reality non è arrivata in punta di piedi, non ha manifestato alcuna inclinazione alla gradualità. Ilary è entrata dalla porta principale, ha imposto il suo modo di fare tv e pazienza se a qualcuno i suoi modi non piacciono. Lo aveva anticipato prima di fare il suo debutto in prima serata su Canale 5: avrebbe bacchettato i concorrenti. Lo ha fatto, e gliene va dato pienamente atto.
Le differenze di “modi” con Alessia Marcuzzi
Tanto di cappello al suo modo di farsi spazio in tv. Nonostante i giudizi spesso impietosi che le sono stati rivolti sui social network, Ilary è sempre rimasta uguale a se stessa e ha fatto bene. La differenza con Alessia Marcuzzi è palese, ma è una distanza che è stata precisamente calcolata. Difficile ritrovare nella conduttrice dell’edizione nip del “GF” le stesse espressioni facciali che hanno reso memorabile la Blasi. Le emozioni le si leggono sul volto, che siano di puro divertimento o di intenso fastidio. Quel “viiiip” pronunciato con sufficienza, col tono cadenzato di una presa in giro rendono Ilary diametralmente opposta a tutte le conduttrici che l’hanno preceduta. Straordinaria è anche la capacità di massacrare con poche parole ben misurate quei famosi colpevoli di prendersi troppo sul serio.
La moglie di Francesco Totti conduce il gioco con la stessa straordinaria padronanza che dimostrerebbe se fosse nel salotto di casa sua. Ed è con la stessa nonchalance da padrona di casa che toglie le scarpe, siede sulla scrivania di plexiglas e toglie la parola a concorrenti e opinionista laddove lo reputi necessario. Arroganza? No, solo la consapevolezza di aver fatto la differenza e il piglio da sergente di ferro di chi proprio non ci sta a passare per la sprovveduta di turno. Ilary si è approcciata alla trasmissione rimarcando apertamente i ruoli, e lo ha fatto perché non si poteva pensare di guidare un gruppo di personaggi famosi senza creare necessariamente una distanza che chiarisse il suo posto di comando.
Ilary non cambia: tratta il “Gf Vip” allo stesso modo de “Le Iene”
L’abilità di Ilary sta nell’aver obbligato reality, concorrenti, pubblico e opinionista ad adattarsi al suo modo di condurre, e non viceversa. Non è lei ad aver cambiato stile per venire incontro alle esigenze del programma. Conduce il “Grande Fratello Vip” con lo stesso piglio dissacrante con il quale tiene saldamente il timone de “Le Iene”, e pazienza se dall’altro lato ci sono personaggi che hanno cominciato a fare televisione quando lei era ancora un’adolescente.
Nel corso della quarta puntata del reality, quando ha accolto la recalcitrante Pamela Prati in studio, ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di nascondersi. Di fronte ai complimenti della showgirl che le manifestava ammirazione – dopo aver palesemente sofferto i suoi rimproveri in diretta – le ha rivolto un sorriso furbo e una domanda: “Sicura?”. Quel quesito dimostra che è consapevole di aver provocato delle antipatie, consapevole che i concorrenti non ripenseranno a lei in futuro ricordandone la dolcezza. Ilary voleva essere ricordata per aver lasciato il segno e per avere avuto il coraggio di fare la differenza. Missione compiuta, difficilmente si sarebbe potuto fare meglio.