Innocenzi: “Mi offrirei come madre surrogata per un’amica, sarebbe un gesto d’amore”
Nei giorni scorsi, Nichi Vendola e il suo compagno Ed sono diventati genitori del piccolo Tobia. La coppia è ricorsa alla maternità surrogata. Così, in Italia si è acceso il dibattito per stabilire se sia lecita o meno la loro decisione. In queste ore, ha detto la sua in proposito anche Giulia Innocenzi. Sulla sua pagina Facebook si è detta favorevole alla maternità surrogata, ma solo se servisse per aiutare una persona che le sta a cuore:
"Se mia sorella, una mia cara amica o amico, avessero un giorno bisogno della maternità surrogata, mi offrirei. Sarebbe un grandissimo gesto d'amore che arricchirebbe le nostre vite e le nostre famiglie, in continua evoluzione. Ma in Italia non si può. Li mandiamo in un paese asiatico, dove la donna sarebbe effettivamente sfruttata in quanto disperata? Regolamentare è l'unica soluzione!"
"Si sta facendo eccessivo terrorismo"
Intervistata da Vanity Fair, ha approfondito il suo punto di vista. Innanzitutto ha chiarito che "il “terrorismo” che si sta facendo è eccessivo". Quindi ha aggiunto: "In alcuni casi il bambino che la madre surrogata fa crescere dentro di sé è geneticamente figlio di altri, quindi non è che venga strappato alla mamma. Poi io potrei aiutare un’amica, un amico o mia sorella, cioè le persone a me più care, e sarebbe un atto di amore in una grande famiglia. Vedrei comunque crescere il bambino, e sarebbe bellissimo saperlo amato da una coppia felice". A proposito della depressione post partum che alcune madri surrogate avrebbero sperimentato, ha commentato:
"Bisogna metterlo in conto, ma lo deve fare la donna che si sottopone alla maternità surrogata, e che, se davvero può scegliere, libera da esigenze economiche e da imposizioni, non è una povera vittima da tutelare. Le donne sono in grado di decidere per loro e del loro corpo. Certo, è importante che ci siano leggi e regolamentazione, altrimenti si aprono le porte della mercificazione, e in quel caso il discorso è diverso".