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Katia Ricciarelli sbaglia l’inno di Mameli: “Colpa dello sfasamento musicale”

La nota cantante lirica sbaglia l’inno di Mameli a causa di uno sfasamento musicale tra tifosi e banda musicale. E poi si scaglia contro chi ha asserito che lei avesse percepito un cachet: “Questi cialtroni fuori dall’Italia, la devono pagare”
A cura di Fabio Giuffrida
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Presentazione fiction Rai 'Un passo dal cielo 2'

Non ha pace il nostro inno di Mameli. Prima la Lega Nord che lo detesta, poi Katia Ricciarelli che lo sbaglia. Durante l'incontro di rugby tra Italia e Nuova Zelanda, che si è tenuto sabato scorso presso lo Stadio Olimpico di Roma, trasmesso in diretta su Sky e La7, la cantante lirica ha intonato l'inno ma ha sbagliato qualche parola, tra il sorriso dei giocatori e l'indignazione dei presenti. Non è andata giù questa situazione alla Ricciarelli che a RTL 102.5 è intervenuta per giustificare il suo errore-orrore. Al programma Password con Nicoletta e Gabriele Parpiglia ha sbottato:

Ho cantato per puro spirito di ammirazione verso quello sport leale e meraviglioso che è il rugby, ed ero emozionatissima, immaginate voi 75 mila persone di cui 70 mila italiani che si sono messi anche loro, con il loro calore, a cantare l'inno. Io l'ho cantato centinaia di volte davanti a capi di Stato e non ho mai sbagliato una volta. 

Il problema del coro dei tifosi E allora se la Ricciarelli non ha mai sbagliato una virgola, se è vero che ha già intonato lo stesso inno più volte, se è vero che non ha dimenticato le parole in quella circostanza, cosa è successo? Una giustificazione la individua subito la Ricciarelli:

Il maestro, quando abbiamo provato, mi ha detto di non ascoltare i tifosi perchè vanno a braccio e cantano ognuno per conto proprio e che avrei rischiato di non seguire la musica della banda.Io ho avuto un attimo di incertezza su cosa dovessi seguire, se la banda o i 75 mila tifosi e lì davanti avevo solo un microfonino che era come non ci fosse. Ma non ha importanza perchè non canti quella cosa per dimostrare di avere la voce  ma per una questione goliardica, di ammirazione sportiva e grande rispetto per l'immenso spettacolo creato.

I tre secondi fatali – Sono stati pochi secondi a mandare in tilt la Ricciarelli che, non sapendo più quali "voci" seguire, ha avuto un attimo di tentennamento, sbagliando tra i sorrisetti dei giocatori:

Ho iniziato a chiedermi se andare con l'uno o con gli altri e quei due o tre secondi di incertezza mi avranno probabilmente fatto dimenticare una parola, perchè c'era uno sfasamento musicale. La colpa non è di nessuno, i tifosi devono cantare come cantano. In America gli inni non sono accompagnati dalla musica, vada come vada, perchè ha un valore simbolico.

Nessun cachet – La nota cantante lirica non ha percepito nessun compenso perchè si trattava di un evento benefico, ma è stata omaggiata soltanto di un biglietto di andata e ritorno da Verona:

Non ho percepito una lira, anzi vorrei sapere chi ha sporcato la mia dignità asserendo pubblicamente che ho avuto un cachet. Il mio "arricchimento" è stato emozionale seguendo uno spettacolo di grande classe, professionalità e di grande contenuto sportivo. Questi cialtroni che scrivono queste cose devono andare fuori dall'Italia, chi ha detto una cosa del genere, senza sapere se io abbia percepito o meno dei soldi, la deve pagare.

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