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La vera storia di Gerardo Pulli, star di Amici 11

Gerardo Pulli, genio sregolato di Amici 11, ha rischiato di morire quando era un bambino. A raccontarlo è sua madre che cerca di spiegare i motivi celarti dietro il carattere difficile del suo ragazzo.
A cura di Stefania Rocco
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Gerardo Pulli, genio sregolato di Amici 11, ha rischiato di morire quando era un bambino. A raccontarlo è sua madre

E’ certamente uno tra i protagonisti assoluti di Amici 11 grazie a una personalità piuttosto esuberante che ha contribuito a dipingerlo come pecora nera del gruppo. Il pubblico e la stessa Maria De Filippi hanno però sposato la sua causa e nonostante la sospensione di qualche giorno ricevuta e i continui litigi con Grazia Di Michele, Gerardo Pulli continua a far parte del cast del talent show ed è in attesa di conoscere il suo destino in vista del serale che comincerà a breve. Lui, protagonista di un’accesa lite con Marco Castelluzzo, ha la capacità di far storcere il naso a molti degli insegnanti ma ha conquistato il pubblico che continua a spalleggiarlo anche di fronte alle marachelle più impensabili – chi non ricorda cosa accadde quando il ragazzo ammise di aver gettato la felpa di un compagno nel water ? – sicuro che alla fine Gerardo maturerà e, con lui, anche il suo talento.

A scendere in campo per difenderlo è sua madre che, preoccupata dal fatto che il comportamento di suo figlio potrebbe costargli il serale, ha raccontato in un’intervista rilasciata a Di Più, la storia del suo scapestrato ragazzo, sicura che potrebbe spiegare molti dei comportamenti assunti da Gerardo oggi:

La storia di mio figlio Gerardo non la conosce nessuno. All’età di tre anni è miracolosamente uscito vivo da un incidente stradale e la sua vita, da quel giorno, è cambiata per sempre. Era estate, faceva molto caldo e stavamo andando da Torino a Crotone. Eravamo a circa trentacinque chilometri da Foggia quando, all'improvviso, è esplosa una gomma alla macchina su cui Gerardo stava viaggiando insieme con mio marito, Luigi, e mia cognata. L'auto, senza controllo, è uscita di strada piegandosi in due e riducendosi a un ammasso di lamiere. Io ero su un'altra auto e il mondo, nel vedere quella scena, mi è cascato addosso. Dopo essermi fermata sul ciglio della strada, con la forza della disperazione ho immediatamente iniziato a cercare mio figlio tra i campi, nell'erba alta. Non riuscivo a trovarlo. Pensavo che fosse stato sbalzato fuori dall'auto, anche a molti metri dal luogo dell'incidente. Poi, dal niente, ho sentito la sua vocina: "Mamma, mamma, sono qui … ". Quelle parole provenivano dai rottami dell'auto, non dai campi. Sì, perché Gerardo era rimasto incastrato sotto il sedile, tra le lamiere, ed era vivo. Insieme con alcune persone accorse ad aiutarci lo abbiamo tirato fuori, poi siamo corsi in ospedale, a Foggia Non sapevamo come stesse, però era sveglio. Ma soprattutto era vivo. All’ospedale ci hanno detto che Geranio aveva riportato la lussazione dell'anca: l'osso femorale era uscito dall'acetabolo, cioè dall'incavo del bacino in cui alloggia. Negli adulti è un infortunio gestibile, ma nei bambini è da ritenersi drammatico, perché c'è il rischio che rimangano claudicanti, zoppi. Gerardo è stato operato nella notte del 3 agosto 1995, poi è stato ingessato per diversi mesi dalla testa ai piedi, proprio come una mummia. Vederlo in quelle condizioni è stato straziante, io e mio marito ci facevamo forza pensando che sarebbe potuto andare peggio, che lui era lì con noi. C’erano anche rischi per il futuro perché il femore, quando subisce un trauma durante l'età dello sviluppo, c'è il rischio che smetta di allungarsi. I vasi sanguigni non portano più il sangue necessario al suo nutrimento, così una gamba cresce meno dell'altra. E se una gamba è più corta dell'altra, si zoppica. Era la sua fragilità a renderlo diverso. Io e mio marito, per proteggerlo, alle elementari abbiamo deciso di fargli frequentare una scuola privata. È stato tenuto sotto una campana di vetro, è vero, ma volevamo per lui un ambiente che gli facesse pesare il meno possibile il suo problema. Alla fine delle elementari, dalla scuola privata siamo passati a quella pubblica. Lì un'insegnante d’italiano, che era anche psicologa, si è letteralmente innamorata di lui e l’ha aiutato a farsi conoscere e a stringere amicizie. Proprio com’è successo con Mara Maionchi, ad Amici, anche quella professoressa ha percepito che Gerardo aveva una marcia in più. E stato sempre lì, alle scuole medie, che per merito di un'insegnante di musica molto preparata e moderna ha imparato a suonare la chitarra.

Adesso si spiegano, dunque, alcuni dei comportamenti del ragazzo che, troppo tardi, è stato educato alla società e chissà che, in quest’ottica, la De Michele non sia disposta a perdonarlo.

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